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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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N.E. dal mare, per tutta la sua lunghezza: dal lato opposto è fiancheggiata da fabbricati decenti, ed eleganti,dietro ai quali s’innalzano le ridenti colline di Sorrenzano e del Procidano, abbellite da graziosicasini. Ischia ha poche strade interne: l’una rimarchevole per la sua estensione, e larghezza, e quellache principia dal ponte ove prende capo l’istmo artificiale del castello, e si prolunga fino al punto cosìdetto, terrazappata, ove volgendo a destra prosegue il suo corso verso la Mandra, il Cremato, Villa de’bagni. A sinistra va a perdersi, dopo di aver percorsa la contrada Casa-<strong>La</strong>uro, negli angusti e campestrisentieri di S. Giacomo e del Mandarino.Altra traversa, oltre la descritta strada, interseca in una parte il comune, ed è quella della Pozzolanache conduce alla Villa di Campagnano, ed alle campagne prossime, e ai Comuni di Testaccio, Barano.Se la curiosità spinge il passaggiero ad intromettersi nell’oscuro e sudicio violetto ch’è accosto alpalazzo municipale dal lato destro di chi viene dalla piazza, uscirà alla marina de’ pescatori ove sono iscogli di S. Anna, e nel fondo del lido vedrà due avanzi di antichi fabbricati, l’uno è una vecchia torre,l’altro l’abbandonato campo-santo – Più in là osserva il lido di Carta-romana ove un tempo esistevala pregiata vena di acqua termo-minerale, e la celebre fontana di acqua freschissima ove Restituta Bulgarofu rapita secondo raccontò il Boccaccio nelle sue novelle, racconto col quale chiuderemo questocapitolo.A quelle vicinanze esisteva il delizioso giardino detto il Ninfario, colla gran torre della nobile famigliadi Bovino, ove D. Giovanni di Guevara veniva a villeggiare e sollazzarsi a vista di sì incantevole lido,donde partiva, alle prime ore del giorno, imbarcandosi su leggiero legno diretto all’Isoletta che di frontes’innalza e che a lui si apparteneva, perciò fu detta di Guevara corrotta poi in Bavara o Vivara, ove sidivertiva alla caccia.Spaziosa, comoda e ben lastricata è la piazza di questo Comune; essa è il centro di tutte le operazioni,il luogo di consegna di tutti i paesani e di borghesi, sia che abitano nel centro principale, sia che scendanodai paesi rurali del mandamento, coverti la testa col loro frigio berretto color scarlatto, e con giaccadi panno oscuro.Al trivio di questa piazza, fra Terra-zappata e la Pozzolana, sono schierati i picchetti de’ somarrieriobbliganti, che invitano i passeggieri a montare su i loro svelti somieri, per l’Epomeo, pel piano dei Bagni,e Casamicciola o Forio, e si del pari mantengono le loro sentinelle avanzate gl’indiscreti ed accortimarinai della Chiajolella (Procida) che colle loro voci assordanti, e colle loro insistenze, vogliono cheper forza ti getti su i loro gozzi, onde traghettare il pericoloso canale d’Ischia e di Procida.Alle due estremità di questa piazza guarnita di magazzini di svariate merci, di botteghe di venditoridiversi, sono le due fontane che ad uso pubblico furono erette, quando l’acqua di Buceto per lunghiacquedotti fu portata in questa contrada che di acqua potabile ha sempre difettato.82

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