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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Questo comune riunito confina da levante col comune di Barano, da mezzogiorno col mare e col comunedi Testaccio, da settentrione con quello di Casamicciola, da ponente con quel di Forio – cominciail suo territorio alla Croce di Colajacono al Ciglio, termina alla valle di Bellarita in Moropano.Oggi è divenuto comune di 6° classe, appartenente al mandamento d’Ischia.Il suo municipio è composto di un Sindaco, 15 Consiglieri, due Assessori titolari, e due Supplenti.Forma una compagnia di Guardia Nazionale, composta di n. 111 uomini attivi, e n. 14 di riserba.Tiene aperte tre scuole comunali, una maschile ed altra femminile in Serrara, l’altra maschile in Fontana.Il vino è prodotto principale, quantunque non tutti i luoghi dassero del poderoso greco; ma debolilatini e codacavalli. Oltre il prodotto generale del vino, vi è ancora quello della semina de’ legumi ecereali; i tagli boschivi di salci per la puta, di cui ne fanno uno smercio considerevole. In fine alcunicasali hanno l’industria particolare, cioè quelli montuosi della pastorizia, quelli marini del traffico.§ 2Il Ciglio e la Punta del VentaruoloDopo di aver lasciato il villaggio di Panza tenimento del comune di Forio – e t’incamini per la viacampestre che s’inerpica pel Monte, tu vai ad incontrare il casale del Ciglio che sovrasta valli, colline,ed altri casali, i quali formano ancora parte insieme a lui della parrocchia di Serrara.Casale del CiglioFu detto Ciglio o Giglio perché creduto dagli antichi mitologi isolani, o stranieri poeti, luogo ovedel gigante Tifeo – seppellito sotto quest’isola – corrispondevano, o figuravano le ciglia, mentre unacampagna poco al di sotto chiamata la Bocca, e il villaggio più giù detto Panza, avrebbero raffiguratola bocca e la pancia di questo gigante, il cui capo figurava Testaccio, ed i piedi Piejo o Piede.Questa spiritosa tradizione del nome del Ciglio è riportata da una cronaca monastica, e noi l’abbiamoattinta da persone istruite, che l’hanno letta.Rurale e meschinissimo casale l’è questo; formato da poche case sparse, rustici abituri, e una cappelladedicata a S. Giacomo.Un rivo di acqua limpida, fresca e ristorante, che scende dall’Epomeo, scorre in una piccola fonte, apiedi di un poggio sul piazzale ch’è innanzi la chiesetta. A questa sorgente uomini ed animali si dissetanonell’estiva stagione, quando, un calore soffocante, un sole ardente e penetrante, loro fa sentirenon sete ma arsura, arsura tormentosa, ma breve, perché tosto l’unica e fresca sorgente loro la estingue,essendo questo l’unico rivolo, che la natura ha largito a questi villici, per pasto e per bevanda, per usodomestico ed agrario – Da parte la poesia – Fu detto Ciglio perché posto sul ciglione dell’Epomeo.123

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