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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Agli Onorevoli LettoriPREFAZIONESicché dal fatto il dir non sia diverso (Dante)<strong>La</strong> Religione per la terra natale in me crebbe cogli anni, attraversò le sventure, superò gli ostacolidella mia vita travagliata, e sempre, invariabilmente, si assise al mio fianco, nei rosei sogni dellagioventù, nelle lunghe veglie della virilità.Quindi, nei floridi sentieri della fallace speranza, e nelle ombre dei cimiteri dei miei domesticilutti, questa Religione mi sostenne, e fu 1’unica Amica che trovai costantemente al mio fianco.In effetti aveva appena compito il mio terzo lustro, quando nel 1841 - al mese di Febbraio - iopubblicava sull’Artista Napoletano nn. 9 e 10 un Cenno Storico dell’Isola d’Ischia. Mi avvidi pocodopo che, quei fatti accennati, mancavano di tutta precisione e di esatto ordine cronologico, non permia colpa, ma di quegli autori dai quali li attinsi.Proposi riparare all’errore, con un lavoro più ordinato e fornito di maggior sviluppo; ma impegnatonei miei studi, e divagato da giovanili diletti, indi alle cure di famiglia e di professione dedicatomi,procrastinai sempre.<strong>La</strong> generosa idea, che unqua non avea dismessa, in un bel giorno mi decisi attuare senza puntocurare il grave compito che mi assumeva facendo assegnamento sull’oscurità in cui sarebbe restatala mia opera nel segreto delle domestiche memorie.Nulla risparmiai per indagare, raccogliere, svolgere, riscontrare, dissotterrare, tutto quanto riguardava1’isola d’Ischia, sia dalle opere storiche, sia dai cenni pubblicati, dalle memorie edite; sia dagliarchivi, dalle cronache, e dalle tradizioni, che oscure restavano, obliate negli ammuffati scaffali diqualche segreteria municipale o tra le ragnatele di antico libro di memoria di qualche famiglia diquest’isola.M’ingolfava nelle mie elucubrate ricerche, ed a svolgere il piano della mia opera instancabilmentemi dedicava nel 1859; contento di rendere il mio tributo di affetto alla Patria, la quale, dimenticatadai suoi, era stata in qualche parte illustrata da penna straniera, o dall’armonico verso di bardo pellegrino,che visitandola, lasciava un ricordo di compiacenza ed ammirazione, per sì incantevole paese,fra le sue memorie poetiche, o lirici canti.Avea abbozzato parte del mio lavoro, quando una grave catastrofe mi colpiva a 26 Luglio 1860 - emi troncava atrocemente, quell’unico anello che mi legava alla vita! <strong>La</strong> maggiore delle potenze che3

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