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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Fra i nuovi che si dimandavano eran compresi quelli, che la vile adulazione, frutti del servaggio edell’abbrutimento, consigliava ai popoli, per cattivarsi la benevolenza de’ despoti.Per esempio questi – «Di tenere per raccomandato ed in speciale protezione l’episcopato, e così ilduomo, e tutte le chiese della città ed isola d’Ischia» – «Che in perpetuo fosse nominata sì nei privilegi,che nelle lettere, nelle scritture, nei contratti, ed in tutte le sue azioni - la fedelissima città ed isolad’Ischia»- Nome che avevano meritato, pel loro attaccamento e fedeltà, dai sovrani aragonesi, da cuicon motu proprio ottennero, que’ patrizi ischitani, e ne andarono superbi, finché vissero, così i loro discendenti- E Carlo V a tali servili domande dava superba risposta – «Si compiace la R. M. che possononominarsi ed intitolarsi Fedelissimi!»Oggi tanta bassezza per parte di popoli; tanto dispotismo ed arroganza per parte del capo di una nazione,farebbe protestare, per la dignità umana, ogni popolo civile; ma in quei tempi i vassalli eranoschiavi, i principi, i nobili, il clero erano i despoti assoluti di questi soggetti servi della gleba, quindiin costoro trovavi abbrutimento e superstizione, viltà e privazioni, in coloro superbia, e dispotismo,tracotanza ed empietà - Così la società trascorse per più di dieci secoli!....Ma fra tanta corruzione, un nobile istinto di fiera indipendenza dotava gli animi bollenti de’ nostripadri! E chi sa, che forse dovettero introdursi con dimande intinte nell’inchiostro del servilismo apparente,e della forzata adulazione, per ottenere che, loro fossero state decretate quelle d’indipendenzavantaggiosa, di onorevole dignità, di orgogliosa distinzione, che dopo le accennate, si leggono in quelmemoriale del 1532, il quale è venuto fino a noi.Ed in vero - si chiedeva.Che l’isola d’Ischia non fosse mai sottoposta a dominio baronale, ma che sempre fosse libero comune,appartenente al demanio della corona.Che potesse sempre eleggersi i suoi magistrati, i suoi eletti, i suoi giurati; trattar le cause sì civili checriminali riflettendo i suoi abitanti. Infligger pene e farle eseguire o condonarle, ed amministrarsi liberamente.Che le dilazioni, le cessioni perpetue de’ beni, o quelle quinquennali non avessero effetto alcuno controgl’ischitani.Che tutti gli uomini di detta città ed isola avessero potuto portar tanto armi oneste che convenienti sìnella città di Napoli, che nelle altre città del regno senza incorrere in alcuna pena.Che potevano esercitare e possedere negoziati in ogni castello o città del regno, senza poter esseremolestati, o pagar balzello alcuno.Che nel caso fossero usate violenze contro gl’ischitani, costoro avrebbero potuto usar rappresagliecontro gli abitanti di dette città, terre, o castella, finché loro non fosse stato restituito quello che indebitamenteavevano sborsato.93

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