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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Onde chiarire questo tratto di <strong>storia</strong> locale veniamo a più precisi dettagli.Il territorio, fra Barano e Testaccio, e gli altri casali – i quali non erano amministrativamente divisi– per le tante preziose ed antiche acque termo-minerali accoglievano tutti coloro che di tali bagni avevanodi bisogno; e quella rinomanza che più tardi acquistò Casamicciola per le sue acque di Gorgitello,allora ignote e neglette, la sosteneva Barano e suoi Casali per la sua acqua di Nitroli, e finché durò ildominio da Cesare ad Augusto, da Augusto alla repubblica partenopea, e dalla repubblica partenopeaalla incursione de’ barbari, questo primato le acque e il territorio di Barano conservarono.Venuto il dominio Normanno, dopo le invasioni nordiche, al Normanno succeduto lo Svevo, allo Svevol’Angioino, questi siti scemarono, forse per le politiche vicissitudini, ma non discapitarono la loroimportanza.L’eruzione del 1301 spopolò quei luoghi, perché giusto a troppa vicinanza aprì la sua bocca, o cratereil vulcano nella tremenda catastrofe accennata altrove.Calmati i tempi – prima in Fontana, poi in Testaccio – che formava parte del territorio di Varrano oBarano – vennero stabilite ed istallate le prime parrocchie dell’isola, oltre i ripari della Città che quattroparrocchie contenea nel suo stretto recinto.Sopraggiunsero le guerre aragonese ed angioine, le persecuzioni barbaresche – e queste terre divenneroluoghi di asilo, e di ritirata, ricovero di cospiratori, e di malcontenti; ne ebbero in premio danni,spoliazioni, violenze, e devastazioni, così che il casale di Barano e suoi dintorni caddero nello squallore,questi belli siti divennero covo di tristi e d’infelici; e ogni concorso finì.Nel 1544 vennero questi casali del pari saccheggiati, come gli altri di Serrara, Panza e la terra di Forio,dal corsaro Barbarossa; fu più miseramente e spaventevolmente Barano gettato nello squallore. Isuoi scampati abitanti si dispersero per la Isola – alcuni ricoverandosi in qualche torre innalzata in quelraggio di territorio, altri in sulle alture della collina del Gottaviello, ed altri lavorando il giorno in quellecampagne, la sera si andavano a ricoverare nel castello d’Ischia divenuto l’unico rifugio degl’isolani,per schivare la schiavitù, e le violenze dei saraceni.L’amenità del sito, l’ubertosità del suolo richiamarono gli antichi suoi abitatori, l’aere puro e balsamico,che quivi si gode, l’acqua salutare di Nitroli che vi scorre, la quale per quanto fusse sperimentataportentosa per alcune infermità, è utilissima pel pasto; pei comodi di vita – attirarono nuovi abitatori,in modo che questa terra fu più di prima popolata, tanto che il Jasolino, il quale scriveva qualche cennosu quest’isola nel 1587 dicea che Barano dopo la terra di Forio era il Casale più abitato dell’isola ed inquel tempo era congiunto a Testaccio facendo una parrocchia, come abbiamo detto di sopra.101

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