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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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CAPITOLO VIICenno delle acque potabiliFu accennato che nel passato secolo undici fonti di acqua fresca serpeggiavano nell’isola, e siccomepoco premea conservarne le sorgenti e i nomi trasmettere ai posteri, così non si è dalla <strong>storia</strong>registrata alcuna particolarità su queste acque, eccetto qualcuna di principale interesse.Molti di questi rigagnoli furono coverti e seppelliti dalle frane e dagli scoscendimenti dei terreni.Quelle rimaste furono e sono sufficienti ad animare i campi, a dissetare la popolazione, in quellecontrade ove altro mezzo manca per provvedersi di tale necessario elemento.Queste sorgenti si dividono in due classi - altre scorrono da’ rivi, altre sorgono da’ pozzi - dei qualialcuni comuni e villaggi ne sono abbondantemente provisti - degli uni e degli altri rinomati se ne faràcenno in questo capitolo.§ 1Acqua di BucetoIl più interessante de’ rivoli dell’Isola d’Ischia, è quello di Buceto, il quale scende dalla parte orientaledi monte Buceto, che sta a cavaliero sulle pianure e valle del Rotaro, e si inclina sul casale diFiaiano, sovrastante dal lato opposto la valle di Casacumano o Cittadini in Casamicciola.Sul nome Buceto troppo variata n’è stata l’etimologia fra gli antichi scrittori.Il celebre Pontano facea tal nome derivare da Abocaetus, dalla moltitudine di uccelli che si affollavanointorno al fonte, il quale scaturiva al vertice di quel monte, e soggiunge che i volatili a quelfonte si raccoglievano per dissetarsi, rinfrescarsi, essendovene scarsezza nel resto dell’isola (127).Il Capaccio nella sua opera delle antichità di Pozzuoli ed Ischia fa derivare il nome di Buceto dalgreco - bubulcus - cioè luogo atto al pascolo dei bovi, perché questo ed altri luoghi silvestri dell’isolapotevano sopperire al pascolo degli armenti e delle mandre bovine, quando forse il luogo era demaniale;se pur non si voglia, invece di bovi che con poca verosimiglianza si possono supporre, intenderedi pecore che benissimo potevano pascolare in questi siti, quando l’agricoltura non era tantoprogredita, atteso l’abbondanza de’ fragranti suffrutici e delle acque (128).(127) Abocaetus quia in eius vertice fons scatet, eiusdem nominis, ab avium frequentia dictus, quae ad easaquas confugiunt, cum gelidorum fontium insula laboret, in quo monte etiam frugum ubertas et bonitas -Pontano Lib. VI. De bell. Neapol.(128) Capaccio St. Nap. ed Ant. di Pozz. ed Isch. II. pag. l5. De Riv. Quadro delle acq. ter. min. not. di Ziccardi4a Ediz. p.166 n.° 17.66

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