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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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In una deliberazione, o conclusione del parlamento dell’università di Forio del 25 Marzo 1781, sicontiene il tenore della ripartizione, ed è il seguente. All’università di <strong>La</strong>cco nel lido dove sta la tonnaiala terza parte precisa dello estaglio, e delle rimanenti due terze parti farsene tre porzioni, una spetta allacittà d’Ischia, l’altra all’università di Forio, l’altra alle quattro università del Terzo, che sono <strong>La</strong>cco,Casamicciola, Barano, e Fontana ciascuno d’essi in ugual porzione.Per la tonnaia di S. Pietro, la 3a parte spettava ad Ischia perché ivi stava il piede, le altre due terze, sidividevano similmente a quella di <strong>La</strong>cco, per le altre università atteso la ripartizione legalmente stabilitadegli estagli della Tonnaia del <strong>La</strong>cco, e di s. Pietro in Ischia. Fu inibito all’università di Forio, di poterpiù piantare la sua tonnaia alla punta Imperatore, verso la marina di Citara; e fu abolita, giusto perchéla Terra di Forio riceveva la detta quota di estaglio da quella del <strong>La</strong>cco, con una quota del pesce. Cosìquella de’ Maronti si dovette abolire, e volendo ripiantarla il Comune di Testaccio, gli fu vietato, giustoperché questo Comune fruiva la sua quota di estaglio da quelle d’Ischia e <strong>La</strong>cco – perché comprese nellauniversità di Barano, una delle 4 università del Terzo – le uniche rimaste in esercizio. Verso il 1850venne abolita la Tonnaja di S. Pietro in Ischia, e non potette più ripiantarsi perché impediva l’entrata deilegni alla bocca del vicini porto. Rimase unica e solo quella di <strong>La</strong>cco-Ameno, la cui rendita da 3 anniquel municipio si appropria interamente, e le autorità della Provincia, ed i Municipi dell’Isola interessatitutti, s’illudono d’inutili promesse, e speranze, che loro vengono fatte dai preposti alla Provinciamedesima, contro la <strong>storia</strong> de’ fatti accennati, che loro accordava una quota stabilita con decisioni delSupremo Tribunale del Regno, e con decreto del Re Carlo III confirmata ed esatta per circa un secolosu tali rendite.Verso gli ultimi mesi del 1806 venne mutato il regime amministrativo: e si sostituirono alle universitài Comuni, che avevano un’origine più antica e più splendida in Italia – Si organizzarono i Decurionati,le Sotto-Intendenze, i Distretti, le Intendenze, e le Provincie, i Consiglio Distrettuali e Provinciali– E l’isola d’Ischia fu emancipata dalla tutela dei nobili patrizi ed eletti della Fedelissima Regia Cittàd’Ischia – ogni comune divenne indipendente, sottoposto al Sotto-Intendente di Pozzuoli, o all’Intendentedi Napoli – Sparirono le università del Terzo, la Città, i Casali, le Terre.Una tale istituzione riceveva notevole miglioramento nelle nostre meridionali provincie colla leggeorganica del 12 dicembre 1816.<strong>La</strong> quale venia abolita nel gennaio 1861, coll’introdursi presso di noi quella del Piemonte del 23 Ottobre1859, la quale venne indi modificata da quella Italiana pubblicata il 20 Marzo 1866.L’Isola d’Ischia, sia col vecchio che nuovo organismo fin dallo spirare del 1806, fu dipartita in setteComuni. Centri principali Ischia e Forio, capi luoghi di Circondario, poi di Mandamento. Al primoComune vennero aggregati quelli di Barano, Testaccio, e Serrara-Fontana: all’altro di Forio quelli diCasamicciola e <strong>La</strong>cco Ameno.21

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