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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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drea Sportiello – Ma il solo Sebastiano, perché il più predominante in famiglia volle solo il suo nomeimprimere sull’iscrizione lapidaria, a futura memoria.Una cronaca volgare non confirmata da alcun documento, riferiva che una famiglia Milanese, ricoveratasiqui per sfuggir la peste di Milano del 1576, fece voto a S. Carlo Borromeo – voto che incaricò iSportiello, presso i quali erasi ricoverata di adempire, edificando un tempio.Questa chiesa fino al 1807 era grancia della parrocchia di S. Vito, e l’università di Forio, contribuivauna somma pel suo mantenimento.Questa chiesa è di dritto patronato della famiglia Sportiello.Lo stesso Sebastiano Sportiello si vuole, per espiare una sacrilegio omicidio, in quel tempo eressealtra chiesa alla contrada Lo Monte.<strong>La</strong> Chiesa del Monte essendo rurale noi tralasciamo di descriverla, diciamo solo ch’è dedicata a S.Maria del Monte – Sembra un antico Eremo come si osserva dai segni degli annessi locali.Bisogna qui rettificare un equivoco. Il Sebastiano Sportiello ch’edificò queste due chiese fu l’antenatodi colui del quale abbiamo accennato il racconto delle due vittime nella seconda parte di questa <strong>storia</strong>.Per aver cotesti tre fratelli Sebastiano, ricchi possidenti di Salerno, ammazzato per gelosia il Vescovodel loro paese si rifuggirono in Forio, e per scontare tale grave peccato loro fu imposta la penitenza diedificare due chiese ad una determinata distanza – e così fecero – Questa cronaca l’abbiamo raccolta daalcuni discendenti di questa famiglia.CHIESA DI S. LUCIANella borgata di Monterone, al termine della piana via comunale, prima che questa divergesse versola salita; e propriamente nel centro di una valle, sta la Chiesa di S. Lucia sormontata dalla sua pesantecupola, la quale nasconde la nostra modesta casa che fu edificata dall’avo nostro col frutto di onestolavoro; fu da noi conservata, ampliata, ed abbellita col prodotto di onorevole lavoro, e i figli nostri ingrandiranno,ed illustreranno, come speriamo – coi proventi del loro nobile lavoro; lavoro d’industria,di professione; lavoro d’arte, o d’ingegno, sarà sempre nobile ed onorevole, più di qualunque non sudataricchezza, o ricchezza acquistata a prezzo di viltà, di bassezza, di colpa.<strong>La</strong> chiesa è chiusa da un piccolo atrio – <strong>La</strong> sua facciata è povera e disadorna.Il disegno è a croce latina alla S. Pietro, poiché la crociera sta nell’entrata, invece di essere nella partesuperiore ove sta l’altare maggiore ch’è di marmo colorato – Due altri altari sono nelle due cappellelaterali – l’uno a sinistra entrando è di marmo bianco, l’altro a destra di fabbrica.Era questa chiesa anticamente una stalla da bovi.N’era il proprietario un tale di casa d’Ambra – Un giorno andando a visitare i bovi, uno di questi conun corno gli ferì un occhio – Fece voto a S. Lucia che se si fusse risanato, senza perdere la vista dall’oc-38

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