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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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vendicativi, trafelati e stanchi, per la salita, erano giunti sul pianerottolo alla sommità della china, colleloro armi gettate ad armacollo, egli ed i suoi si avventano contro di essi, loro spianano i fucili, onde nonfacessero un movimento, li astringe a deporre in quel punto le loro armi, e torcere i passi per dove eranovenuti.Così fu fatto: le armi lasciate furono ridotte, in minuti pezzi, ammonticchiati nel luogo medesimo, eper giunta vennero, per scherno i disarmati, invitati ad andarsi a riconoscere e riprendere ognuno l’armapropria.Questo avvenimento fece chiasso più di quello dell’omicidio, perché gli omicidi erano fatti usuali; gliatti di bravura rari piuttosto.<strong>La</strong> giustizia si scosse, e non avendo potere, su di un piccolo spazio! in un’isola! come aver nelle maniil delinquente, risolvette punirlo coll’impossessarsi del vino che costui tenea riposto nel suo cellaio:il d’Ambra seppe ciò, risolvette sfondare i fusti piuttosto che sottostare a tal mortificazione: così fece,allagò il suolo del prezioso liquore, deluse la giustizia, rimase povero più di quello ch’era, contento esoddisfatto però, di far ritornare i trafficanti fiscali colle pive in sacca.Se Matteo d’Ambra fosse stato istruito; se il popolo si fosse creduto parte attiva della società, e nonmancipio delle caste privilegiate; questi uomini che finirono per essere banditi, sarebbero divenuti onorevoli.Ma fra gli uomini rozzi, fra le donne volgari, anche nei delitti vi scorgevi, il coraggio brutale, l’affettoferoce, la vendetta della persona offesa; in modo che l’amor proprio, e l’affetto di famiglia si erano imoventi delle loro feroci azioni, si procacciavano da essi medesimi la giustizia, perchè non poteanolegalmente ottenerla, vivendosi in feroce arbitrio.Ma volgiamo per poco la medaglia, che vedremo nei delitti ferocissimi dei patrizi, mancare anchequella scusa, quell’attenuante che risultava nei misfatti de’ proletari: in quelli non l’affetto di famiglia,non l’onore s’incontrava, ma principi snaturati e scettici - Nei loro attentati manca la lotta, il pericolo,perchè vili e feroci agivano nelle tenebre, e nel mistero - Per pruova di quanto asseriamo leggerete.L’assassino e le due vittimeNel finir del secolo decimosettimo, o al principiar dell’altro, un tal Sebastiano Sportiello era fra ipochi patrizi di Forio, il più feroce e superbo uomo, annoverato fra le lance spezzate del Marchese delVasto.Colla protezione del Marchese commetteva soprusi e delitti impunemente, perché ricco, influente,feroce, ipocrita, malvagio.Questo mostro avea una figliuola ch’era un angelo di bellezza e di virtù, avea nome Mariantonia,fidanzata ad un giovinetto benestante del paese; anzi promessi sposi.115

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