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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Che fosse abolito ogni pascolo di armenti, o gregge nell’isola, perché meschino il prodotto, e sterilela maggior parte del suolo.Che quei privilegi i quali godevano i Capuani ed i Liparoti venissero concessi agl’Ischioti.Tutte queste domande loro vennero accordate.Ma quando si fecero a domandare - Che quei cittadini e forestieri che teneano beni nell’isola, edabitavano fuori, nell’esigerne le rendite, avessero dovuto contribuire una quota pei pesi civici, a taledimanda non si decretò come alle precedenti - Si accordi ma si disse - il vicerè avesse provveduto avutoriguardo alla qualità delle persone.Distinzioni e riguardi di caste, che in quei tempi di privilegi, non apparivano ingiusti, immorali odarbitrari.Spinti dal bisogno, eccitati dall’indolenza forse, chiesero ancora, oltre la conferma di tutti i precedentiavuti privilegi, cosa che anche ottennero, di più altri riguardanti il ramo amministrativo e giudiziario,che svolgeremo in più propria sede, ed altri ancora ottennero con riserba e noi tralasciamo di qui riportare(216).Quando un popolo si vuol mantenere sotto il giogo, e si vuol far agire e consumar la vita all’ombradello staffile, che a voglia sua muove in giro il padrone accorto o fortunato, che ivi è approdato, alloraquesto straniero signore per tenersi incatenato questo gregge di popolo, e vederlo lambir senza contrastola catena del servaggio, è nel dovere che gli getti a piene mani ignoranza e superstizione da unaparte, e dall’altra un tozzo di pane con una mano avara, un fantoccio a seconda dell’occasione; il paneservirà a disfamarlo onde non si muova, il fantoccio a distrarlo, onde resti lusingato.Questo Fantoccio, che gli Aragonesi, Consalvo da Cordova, D. Pietro di Toledo, il Marchese delVasto, Carlo V, tutti questi più o meno stranieri padroni procurarono, concedettero, confirmarono alpopolo-vassallo della Fedelissima Città ed isola d’Ischia - erano i Privilegi!.......216) «Chiesero di poter ogni anno estrarre dalla Sicilia tremila some di grano, franche di tratta per munizione didetta città, castello e fortilizii. Di poter estrarre da Napoli, ed altre città del regno grani, olii, pane, ed il grassoin ogni tempo ad uso di detta isola, ad onta di qualunque bando, ordine o proibizione – Ma su queste inchiesteCarlo V. non fu generoso troppo, poiché ci andava del suo interesse; per cui decretò che in caso di necessità o diguerra fussero ricorsi al viceré, il quale ne avrebbe informato S.M. per lettera». Quando si fusse tratto per la primadimanda, e per l’altra. «Avesse il vicerè proveduto opportunamente in casi estremi».94

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