12.07.2015 Views

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Dall’opposta parte, sul vertice del promontorio di Vico principiarono la muraglia di quella fortezzache dovea guardare la città sottoposta ad occidente e dominare la necropoli già esistente nella sottopostavalle, accosto al mare, all’ingresso della città, sulla strada maestra, come era costume fra greci, edindi fra romani di poi di stabilire i loro cimiteri.L’eruzione de’ Caccavelli scacciò questa colonia; la stessa seppellì la città sotto le lave di Zaro e Marecoco.Gli elementi si ammansirono ed accorsero i Partenopei, indi i Romani.I monumenti scoverti, i vasi dissotterrati, le voci latine intromesse nel dialetto dorico, ci comprovanoche partenopei e romani vi si accasarono.Sopravennero i Siciliani, ai tempi di Giulio Cesare, e vantando dritti di proprietà sui terreni occupatidai napoletani, come aventicausa dagli espulsi Siracusani, ne reclamarono il rilascio. Giulio Cesarefece dritto al loro reclamo, e quindi i Siciliani occupano questa contrada.A tal proposito riportiamo le parole del d’Aloysio – «Forio ebbe origine dai Siciliani, i quali trovandoun clima al genio loro confacente, ivi si fermarono e moltiplicarono, e l’appellarono Fiorio».Irruppero i barbari, queste pianure furono devestate, i superstiti si ricoverarono sui monti e sulle colline.Coi Normanni e coi Svevi rimase l’isola ammiserita, e ciò nonpertanto i Foriani erigevano chiese, e simoltiplicarono, dando prova di costanza e valore indomabile.Succedea la dinastia Angioina, Sicilia si commoveva al Vespro, ed i figli de’Siciliani tumultuavanoanch’essi, gridando per queste pianure – Fuori i Francesi.<strong>La</strong> fertilità del luogo piacque ai nuovi usurpatori, e mentre i soldati di Carlo II devastavano questicampi, gli antichi coloni non si allontanano, che coll’eruzione del 1301.Ma ritornano nel 1305 e soddisfacendo voti, per non essere stati danneggiati nella proprietà e nellapersona dal fuoco dell’eruzione del Cremato, costruiscono chiese e cappelle a S. Antonio Abate.Gli Spagnoli sopravvengono cogli Aragonesi, e Catalani, e Siciliani corrono a dissodare od occuparequesti vigneti – e quindi i Lopez, i Galiz, i Jonchez si piantano qui – e con essi i Corsi da Corsica, e poialtri da Malta, che prendono pure il casato dal luogo natio e diconsi i Maltese, altri da Matera in Puglia,e prendono il cognome di Mattera, o Matarese, altri da Sorrento, da Amalfi, dalla Toscana, e sono iSorrentino, gli Amalfitano, i Fiorentino, costoro col loro casato danno nome ai primi vichi detti ancheoggi Casa-Jonchese, Casa-Corso, Casa-Calise, Casa-Mattera, Casa-Maltese, Casa-Fiorentino.Ma altri coloni, ignoriamo se più tristi, o più infelici, ma più miserabili già esistevano, ed i vichi– Casa-Patalano, Casa Di Majo, Casa-Verde nel centro del paese; Casa d’Ambra, Casa-Castaldi, e Casad’Ascia alle falde del Monte nel borgo di Monterone, si erano già popolati da queste famiglie e parenti.9

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!