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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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da un tal Starace, volle imprudentemente tirare due cannonate; ridicola e stravagante provocazione oresistenza, la quale fu severamente condannata, dal comandante de’ fortilizi dell’isola, mentre era pazziacon quattro insignificanti cannoni voler mantener in suggezione una flotta così numerosa, che mail’eguale era comparsa in questi paraggi.Sulla medesima spiaggia del <strong>La</strong>cco l’armata anglo-sicula effettuò lo sbarco di truppe di fanteria ecavalleria, di uomini diversi di favella, di nazione, di divisa, di costumi; contingenti agglomerati fratutti gli stati in guerra colla Francia; e di cavalli, carri e munizioni di bocca fu ingombrata ed invasa lapovera isola. Tutto incarì a prezzi favolosi.I borbonici preso coraggio, e cogliendo occasione da quel tramestio, per tirar profitto dalle circostanze,corsero a raccogliersi la polvere riposta per munizione de’ forti, e se la divisero frodandosi avicenda. <strong>La</strong>sciarono i cannoni perch’erano pesanti, poco divisibili, e forse perché di ferro non aveanobisogno.<strong>La</strong>dri, ipocriti, borbonici, sono stati in Ischia sempre sinonimi, raramente l’eccezione ha smentitola regola, e fra cento si è trovato un realista o borbonico onesto, o almeno non ladro o non coverto dimentace ipocrisia. Così era allora!Ventotto giorni la truppa sbarcata dai legni inglesi stanziò in quest’isola. Giunta la notizia della battagliadi Wagram, e dei prodigiosi fatti dell’esercito francese in Germania, e dell’armistizio fra la Franciae l’Austria, firmata a Znaim, l’armata anglo-sicula decise ripartire, perché i loro disegni erano svaniti.Prima di lasciare gl’inglesi questo suolo, smantellarono i forti, abbattettero le batterie, smontaronoquei cannoni che li armavano, e rompendone le maniglie gli gettarono fra gli scogli del mare; ove moltianni dopo vennero ripescati dal governo borbonico.Nel 26 di Luglio l’armata partì da Ischia, e ritornò nei porti di Sicilia e di Malta.L’amministrazione interna nello stesso anno venia organizzata sul sistema francese: nel ramo legislativosi metteva in atto il Codice Napoleone: in quello amministrativo s’istituivano i municipi: si aprivaun catasto fondiario, si piazzava la tassa del registro e bollo nel ramo di finanza: scuole primarie peifanciulli d’ambo i sessi a peso de’ comuni si fondavano dal ramo della pubblica istruzione; ed istallavansile guardie civiche in ogni comune a difesa propria.Così passarono sette altri anni di governo francese. Ma l’astro maggiore si era annebbiato a Lipsia; ilsatellite non potea conservare più il suo splendore sulle sponde del Panàro!L’ingratitudine verso Napoleone era compensata a Murat col tradimento dell’Austria a cui erasi fidato;coll’inganno dell’Inghilterra da cui avea sperato neutralità.I re di dritto divino si erano coalizzati per schiacciare i re creati dalla spada e dal cannone: i governilegittimi giurarono la sconfitta de’ governi militari.Murat oppose loro una vigorosa resistenza, vagheggiò l’unità e l’indipendenza d’Italia; ma chi losostenea?136

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