12.07.2015 Views

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Il re va a sedere sul suo seggio presidenziale. I Senatori occupano i loro stalli: i segretari i loro posti:i ministri i loro scanni ai fianchi del re, con quella gravità spagnuola che primeggiava fra le etichettedelle corti d’Europa. Il Panormita, qual segretario di Ferdinando, il Pontano qual precettore del duca diCalabria, seggono sui scalini del real Seggio.Il silenzio, indizio di sconforto, regna nel parlamento; tutti gli sguardi sono rivolti al re, il quale prendendopel primo la parola, rompe così quel silenzio.- Non vi ha in terra più augusto, ed arduo ufficio che il governo de’ popoli.Questo penoso incarico da circa sei anni piombava sulle nostre spalle; ma pesante, tormentoso vi sirendea viepiù di quello, che ad un Principe è dato di sopportare.Non nemici esterni provocati, o provocanti, offesi od offensori, appena fermato il nostro piede sultrono; venivano ad amareggiarci, come già vi è ben noto, ma coloro che dal nostro magnanimo Padre,e da noi, erano stati i più beneficiati e graziosamente innalzati a governi e signorie.Questi ribelli, col divisamento di balzarci dal trono, ricorrevano allo straniero, e lo invitavano a reggerele vostre belle contrade; ma nelle pianure di Otranto, di Bari, di Trilicia, di Scafati e di Sessa tantaaudacia era depressa: vinto Giovannantonio Acquaviva, il Tarentini, ed il figlio del duca di Provenza,non che altri baroni a voi ben noti.Noi ritornavamo fra queste regie mura, cinto dal serto della vittoria, in mezzo alle feste ed ai trionfi(160). Ma ci rimanevano ancora nemici e traditori da combattere sul mare.Due Catalani innalzati dal fango ad alti posti, ed onorati della confidenza di un re saggio e potente,quale si fu il magnanimo nostro genitore, beneficati da noi, si rendono felloni tanto, che niun altro potràraggiungerli mai.Essi spagnuoli tramano contro un re della loro nazione; contro un re da cui avevano ottenuto cospicuigradi e dignitosi posti; e tramano a vantaggio di un principe straniero ad essi, ed alla loro nazione, avantaggio di un principe Franco.Questi sono i fratelli Toriglia: il minore di essi occupava il Castello dell’Ovo (161), da cui lo abbiamoscacciato: l’altro, a cui affidammo il governo d’Ischia, ricoverava in quella Terra altri felloni; ci debellavale Terre soggette; c’infestava i mari; e noi puranco, come sapete, lo debellammo e vincemmo.Ma costoro non si scoraggiarono nella turpe impresa. L’uno è divenuto tremendo corsaro nel nostrocratere, e prede e rapine commettendo, ci ha tolto ogni comunicazione colla nostra isola d’Ischia. L’al-160) Pontano de bell. neap. Lib. V. pag. 83.161) «Il Castello dell’Ovo fabbricato venne da Guglielmo I nel 1154 per vegliare in difesa della città, sopra l’isolettadetta del Salvatore. Esso fu soggiorno delizioso del romano Lucullo, onde di Lucullano ebbe nome; con unponte di 220 passi fu congiunto alla terra».60

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!