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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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come far giungere nuova, alle milizie assediate nella cittadella, del rinforzo venuto. Furono tosto inviatidue esploratori, i quali travestiti da terrazzani, dovevano penetrare nel forte, ed avvertire la guarnigioneassediata di cotale soccorso, mettendoli a parte del piano prestabilito contro i nemici, coi qualial più presto possibile dovevasi venire alle mani.Questi due messi non potettero nei bastioni penetrare, perché erano da ogni parte assediati, e quinditennero in sospeso di operare Poo per due giorni, mentre attendeva con ansia il ritorno degl’inviatimessi.Il nemico si spiegava sul versante opposto dell’Epomeo, sulle colline e fra le pianure orientali dell’isolae lunghesso quelle fra scirocco e mezzogiorno.Per vari mesi Giovanni d’Angiò avea stabilito il suo quartier generale nel Casale di Fontana, atteso ilcaldo della stagione, ed i rinforzi d’uomini e di vettovaglie che attendea da Marzano, e dagli altri baronirimastigli nascostamente fedeli.Visto che, da giorno in giorno, le sue speranze rimanevano deluse, si piegò ai consigli del Toriglia, elevò quartiere da quel casale.Ivi stava ritirato il Vescovo dell’isola Monsignor Michele Cosal Spagnuolo - In un’opera ecclesiastica,manoscritto inedito, il fu canonico Onorato del comune d’Ischia, lasciò notato che, questi fu ilmodello de’ vescovi, ed il re Alfonso ne facea la più grande stima - Questo pastore si allontanò dallacittà quando eran cominciate le turbolenze e nell’ospizio di Fontana, eretto da Monsignor Bartolomeode Busulariis di Pavia (165) nel 1374, era corso a trovar la pace: parimenti praticato avea il suo successoreGiovanni de Cico, che nel 1464 covriva quella sede vescovile, ritirandosi alla Sacrata di Fontana,difeso e riverito dal giovine principe Angioino.Il centro de’ voluti ribelli era accampato, dopo aver lasciato il Casale, nelle fertili pianure di Campagnano:l’artiglieria, composta di tre o quattro bombarde, era piazzata sulle colline, che guardano, anzidominano il castello dal vertice di questa villa anche oggi detta di Campagnano.Il corpo di truppa scaglionato fra quelle colline e nella pianura del Borgo di Celso, tenea in strettoassedio la rocca, e la cittadella, occupando tutte le circostanti posizioni, le più interessanti, e le più opportunepei movimenti strategici, e per gli attacchi contro l’assediato nemico.Al terzo giorno della partenza de’ due messi, Giovanni d’Angiò, che ignorava la venuta delle nuovetruppe, ed i piani che si tentavano contro di lui, avendo fatto apprestare una bocca da fuoco agli steccatide’ nemici, e fatto tirare un colpo, questo non andò dov’egli avrebbe voluto; facendo la bombarda nell’esplusionegran fumo e gran fiamma insieme.165) Dall’iscrizione riportata dal de Rivaz nella VI edizione a pag. 59 della sua opera si rileva il nome del Vescovoch’edificò questo ospizio esser quello di Bartolomeo de Papia; nell’elenco de’ vescovi che trovasi a pag. 50,estratto nella Curia d’Ischia ove trovasi affisso, leggesi – Bartolomeo de Busulario di Pavia.63

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