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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Ogni francese sforzo fu vano, indarno spiegarono evoluzioni di truppe da sbarco, e schierarono inlinea di battaglia le loro galee: tutti questi bellicosi movimenti servirono ad assicurare l’alta fama diquesta donna intrepida: ad oscurare la gloria usurpata dai Francesi nelle occupazioni delle altre castella,che da meno di donna erano state difese.Fra le perdite sofferte dai Francesi in quell’attacco, andò compreso il tanto rinomato Gilberto di Montpensier,incaricato dall’Aubigny a tale impresa.Il corpo di questo valoroso militare fu sepolto in una chiesa dell’Isola, quale isola priva di ripari, didifesa, e scoverta da ogni lato, era stata senza resistenza occupata dagl’invasori che la trattarono cometerra soggiogata.Essi quivi sfogarono la loro rabbia pei patiti danni cagionati dalla cittadella, e vilmente si vendicaronocontro gl’infelici isolani, che vivevano sparsi per le campagne, a cui fecero soffrire tutte quelle sevizieche erano avvezzi a far patire una milizia demoralizzata, composta di bande di venturieri, di accozzagliadi tristi.Stigmatizzati quei poveri coloni, da quei furibondi franchi radunaticci, i quali venivano spinti alleguerre a farsi sgozzare, pel solo allettamento di bottino, dessi divennero vittime dell’indisciplinatezza,della barbarie, dell’ingordigia, delle violenze, degli arbitrii, delle lascivie di quei corrottissimi corpifranchi,ch’erano venuti a disseminare l’abominio in queste belle contrade, abominio in Gaeta ed inaltre terre del regno così ferocemente anni prima consumato (201).Federico sopportò la sua disgrazia da filosofo, e cessò di vivere li 9 settembre 1504. Tre anni dopo diessere stato sbalzato dal trono di Napoli.Un anno prima, il suo amico, il suo confidente il suo maestro e segretario Giovanni Pontano lo aveain Napoli preceduto nella fossa.Compiremo questo capitolo con dolentissima scena, che darà l’ultima pennellata al quadro dolorosodel racconto principale.Saputosi dal figlio di Gilberto di Montpensier il miserando caso della morte del padre, testè accennato,portossi lagrimoso, in Ischia a visitare la tomba che ne racchiudeva gli avanzi.Quivi giunto dando sfogo all’acerbo duolo si gettò sulla paterna fossa sciogliendosi in amarissimopianto. Dopo lunghe ore, donne compassionevoli vedendolo ancor prono, col capo poggiato sul suolo,senza alleggerire la doglia, e senza far neppure un movimento in quella dolente situazione, in cui era201) V. Nota 193 – Guicciardini St. d’Ital. Lib. 5. Vol. II. Cap. II.87

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