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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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CAPITOLO XDelle diverse classi di animali brutiSe da una parte, la piccola estensione del suolo, la circoscrizione de’ limiti segnati dal mare, lamancanza di larghe pianure, di estesi boschi, è una privazione; dall’altra la medesima mancanza diboschi e di foreste, d’alti monti, di estese lande, di paludi, di fiumi, di laghi, è sorgente di vita pergli abitatori dell’ Isola d’Ischia, così non si hanno belve feroci, nè alcuna specie di mammiferi, diquadrupedi, di volatili, o rettili velenosi.Ischia non conta alcuno di questi animali bruti, e per sola tradizione favolosa raccontata da Strabone,da Arpograzio, Senagora, Suida, ha inteso senza ammetterlo, che vi erano due fratelli in quest’Isolaun tempo, nominati Candolo ed Atlante, scelleratissimi inventori di ogni malvagità, perciòsopranominali cercopi o cetcopi cioè truffatori ingannatori, quali erano quei bruti che ingannavanocon lusinghe e moine e tal nome avevano.<strong>La</strong> mira di cotesti si era d’ingannare dopo aver lusingati quegli stranieri che approdavano per unbisogno a questa terra.Avendo finalmente tentati di usare le loro male arti contro lo stesso Giove, questi sdegnato li trasformòin Scimie (148).Questo mito favoloso, alterato dalla superstizione e dall’ignoranza, non può far credere, che questaterra avesse mai dato ricovero alle scimmie, poiché vi si opponea la temperatura del sito, la qualitàdel suolo posto in mezzo al fuoco ed al mare.§ 1AsinoL’Asino è 1’animale più comune in quest’Isola (149).I migliori sì acquistano fuori 1’isola; essi sono di buona figura, alti, rigogliosi, di occhi vivaci, conpetto largo, groppa quasi piana, coda corta, e pelo quasi lucente. Sono forti, e con passo sicuro camminanoper sentieri alpestri, angusti, difficili e pericolosi, con pesante carico sulla schiena.(148) Strabone Geogr, lib. 13 pag. 26. De Siano St. d’Ischia pag. 66.(149) Maggiore... dovea essere - la popolazione - ai tempi felici - dell’Isola d’Ischia - quando alla navigazioneed all’agricoltura vinaria veniva la coltura de’ boschi e con essa la pastorale bovina, porcina, caprina,e asinina; ove quest’ultima razza è forte, spiritosa e non cede in nulla per l’uso agli asini di Rieti e dellaMarca; a quei di Lecce e di Crotone, di Modica in Sicilia o di Arcadia nel Peloponneso, che divengono padridelle più belle razze di molti d’Italia. Dott. De Siano St. nat. d’Ischia p.80 nota 1.79

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