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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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I tremanti abitatori del Borgo di Gaeta, al veder piazzati i cannoni - mostri, detti cannoni-cavalli,sullo spianato dell’Albergo di Cicerone a Castellona, abbandonarono le loro case, i loro negozi, i lorotuguri sudici ed affumicati balestrati dal sole, e dai gurgitanti flutti del poco lontano lido, e fuggirono,raminghi andando cercando un ricovero alla ventura. Molti di essi se ne vennero nell’isola d’Ischia, edivi trovarono, ospitalità, filantropia, soccorso, carità, cittadina.Tutti furono accolti da fratelli, i bisognosi sovvenuti dalla pietà cittadina.(Anno 1861). Smascherate nella notte del sette all’otto Gennaio 1861 tutte le batterie, cominciava lanotte del secondo giorno un cannoneggiamento generale con cinquantasei a sessanta pezzi, a cui risposela piazza con pari violenza e tiri ben diretti.<strong>La</strong> squadra francese abbandonava il 19 la baia.L’ammiraglio Persano nel 22 dichiarò il blocco, e si schierò con quindici navi.Alle ore otto del mattino cominciò il bombardamento per mare e per terra.S’erano fuggiti quei del Borgo, all’accostarsi le formidabili artiglierie italiane a Castellona, del pari iGaetani eransi riparati, uscendo da quelle minacciate mura; molte famiglie, ai primi di Decembre del60, erano ancora corse a ricoverarsi in quest’isola lontana dal teatro degli avvenimenti, lasciando averi,negozi, suppellettili, in balia di una sbrigliata soldatesca, più precaria ed avventuriera, raccolta dastraniere contrade, che regolare e disciplinata; se pur duri dusciplina in tempi di disperato assedio nelsoldato che combatte per una causa discreditata.Il 4 Febbrajo scoppiava una riserva di polvere all’estremità sud, della batteria Filipstadt - Il 10 alle ore4 e 1/2 del pomeriggio s’incendiava altra riserba di povere, la quale comunicando il fuoco ad un’altrapiù importante, carica di proiettili, mandava in aria parte della batteria fatta a sega, compresa fra il bastioneS. Antonio e la Cittadella.Nel 12 Febbraio furono intavolate le trattative per la resa, ed il 14 fu consegnata la fortezza (282).282) «Il dì 14 Febbraio 1861 l’ex re e regina, i conti di Trani e di Caserta, ch’erano rimasti in Gaeta, gli altri essendoseneallontanti durante il blocco, uscivano con un seguito di cento persone, fra le quali il generale Bosco, abordo del piroscafo Francese avviandosi per Civitavecchia, e di là a Roma dov’erano ricevuti a porta S. Giovannida 14 monsignori mandati dal Papa, e al Quirinale messo a disposizione loro dal Cardinale Antonelli».«Il 15 la torre d’Orlando inalberava la bandiera italiana, che la flotta salutava con 21 colpi di cannone, e con entusiastichegrida di viva il Re, viva all’Italia».«Il presidio meglio di undecimila uomini, imbarcato sulle nostre navi, veniva temporaneamente trasportato edistribuito a Ponza, Capri, Procida, Ischia».«Gli assedianti calcolarono di aver sparato durante l’assedio 56.000 colpi, e 13.000, il 22 gennaio».«Si trovarono nella fortezza 60.000 fucili; 800 cannoni, ed immense provigioni da bocca».V. Diario dell’assedio di Gaeta scritto dal generale Menabrea che diresse i lavori del genio in questo assedio.151

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