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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Volle quindi pria di partire per la terra del volontario esilio; pria di deporre sui massi di questa roccagli ultimi avanzi di quella slegata corona, lasciar impresso sullo scoglio ospitale un ricordo di sua infelicevirtù.I principali dei concessi privilegi furono:1) Che niun forestiere, di qualunque nazione che fosse, potesse goder benefici, o che fusse istituito ovacante nella diocesi d’Ischia, e precisamente nella regia cappella: tanto istituito sub patronato, quantocum cura o sine cura, salvo ai filiani nati nella detta città d’Ischia ai quali fosse stato canonicamenteconcesso dal Vescovo dell’Isola, onde i proventi quivi rimanessero, e non menomasse il culto divino.2) <strong>La</strong> concessione agl’Ischitani di quattro impieghi annuali nei bassi uffizi del regno, fra le capitanìee castellanìe, e ciò pel sostentamento dei detti cittadini.3) Che chiunque avesse portato grasso nell’isola d’Ischia, fosse andato esente dal pagamento di qualunquedazio o gabella, gravitante sul genere, dovendolo però vendere per quattro giorni, di primamano, alla popolazione; e dopo i negozianti potevano comprarsi la merce dagl’immittenti, per venderla,in seconda mano, o consegnarla ai rigattieri.4) <strong>La</strong> cessione alla città, ed alle terre dell’isola di tutte le marine, i lidi, le spiagge, le peschiere, ed ipromontori dell’isola, non che lo spazio di due miglia di mare intorno ad essa: potendone disporre leUniversità come cosa propria.I pescatori, che in tal perimetro di mare concesso, avessero esercitato il loro mestiere, sarebberoobbligati di portare, la terza parte della pesca fatta, a vendere nella detta città ed isola, al prezzo diquell’assisa che verrebbe impartita dal Catapane del luogo: essendo i pescivendoli tenuti ancora a sottoporsialle assise, dovendo vendere il pesce nei casali, e nei luoghi più prossimi al punto ove fusse statopescato, non ostante che la Città ed isola non fosse stata in possesso di quel punto di mare.5) Che il mastrodatti di detta città dovesse in perpetuo uscire da questa: che i letterati della medesimasi avessero potuto esercitare in detto uffizio; dovendo la loro Università avere il dritto di disporre dellasurriferita carica.6) Che a niuno si potesse concedere la custodia delle prigioni di detta città, quantevolte non fusseischitano.7) <strong>La</strong> confirma di tutti i capitoli, privilegi, consuetudini scritte, e grazie concesse alla fedelissima cittàed isola d’Ischia dagli altri suoi antecessori cioè da Alfonso I. nel 1431 e 1433, da Ferdinando I. nel1458, da Alfonso II nel 1495, e quelli stessi ampliò ed accrebbe.Volendo ancora Federico premiare la fedeltà della Casa del Vasto, prima di partire donò a questi le sueriserbe, i suoi boschi, il suo padiglione di caccia che possedeva in quest’isola trasmettendo loro ogniaver suo che nella città, e nelle terre d’Ischia si contenesse.85

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