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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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cora innanzi le isole di Procida e d’Ischia, e facendo uno sbarco le occupavano in nome dell’infante D.Carlo (258).Per ogni parte furono sparsi manifesti in nome dell’infante, che prometteva al popolo diminuzionid’imposte; al clero ed ai nobili maggiori privilegi; perdono a chi per lo addietro avea parteggiato perl’Austria contro la signoria spagnuola.Carlo III vinceva a Bitonto, e degli Austriaci il minacciante ritorno allontanava a Velletri, sostenutodalle milizie napolitane.Dopo duecentotrentadue anni, spirava il viceregnale dominio, e quantunque fossero stati di nome,d’indole, di genio diversi, tutti erano stati fermi a rendere queste invidiate terre squallide e meschine.Nel quindici maggio 1734 quest’isola passava sotto il dominio di un re proprio, Carlo III di Spagna.Il migliore dei Borboni, che ha saputo lasciare un nome non esecrato in retaggio all’imparzialità dellaStoria è stato Carlo III.L’isola perdurava nel suo stato insopportabile; i malviventi si accrescevano alla giornata. I casali diBarano, Moropane, Fontana, e il Monte Epomeo, erano occupati da uomini per quanto rozzi, per altrettantoferoci, ed indomabili.Un giorno per una cinta di cuoio si anima una zuffa feroce fra gli abitanti de’ due casali di Barano eMoropane, i Moropanesi ed i Baranesi si scannano a vicenda, e si trucidano disperatamente, e svegliandole antiche inimicizie e le gelosie de’ due casali, danno alla rissa un’estensione spaventevole, e latramutano in vera guerra civile che mette in agitazione l’isola tutta. - E perché? - Per una cinta di cuoiocontrastata fra un baranese ed un moropanese che costava poche grana!Questo terribile avvenimento fu sì memorabile, che rimase indelebile nella memoria degli uomini diquel tempo, e passando in tradizione fin oggi, si sente ripetere fra la gente del volgo, quando si adiracon altri - Ci voglio far venire la cintura di Barano (259).Alle replicate istanze ed ai pianti degl’Isolani, si scosse il Governo e nel 1753 mandava in quest’isolaper Commissario di Campagna D. Carlo de Marco Giudice della G. C. della Vicaria, onde purgar l’isolada malviventi. Era assistito da Diego Senesi qual segretario. Era costui l’uomo indicato pei tempi cosìtristi.257) Per due atroci misfatti Messer Sebastiano non soffrì che leggierissimo gastigo, la protezione che godeva delMarchese del Vasto, lo liberò da quella forca che lo reclamava.258) Muratori Ann. d’Ital. Vol. XII. anno 1734 pag. 156.259) D’Aloysio Cenno sull’isola d’Ischia lib. 1. Cap. 5. pag. 33.119

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