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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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menti delle rispettive università, che si riunivano quando interessanti oggetti bisognava trattare, e dietrol’autorizzazione del Sopraintendente ed alla sua presenza o del Governatore da lui delegato.In questi parlamenti venivano scelti poi i deputati annuali ed il prosindaco, che dovevano amministrarecol nuovo sindaco, e dividerne la responsabilità. Oltre i deputati, l’erario, i grassieri, i razionierivenivano nominati a maggioranza di voti, facendone sempre le proposte il Sindaco.Verso il 1787 i parlamentari presero ufficialmente i nomi di decurioni.L’Isola d’Ischia quantunque pei tanti privilegi ottenuti veniva esentata da pesi fiscali, e da imposizionifeudali, pure non sappiamo se per effetto di errore o di malizia, nel dì 6 Marzo 1708 D. Michelangelod’Avalos d’Aquino d’Aragona Marchese del Vasto e Pescara ottenea dall’Imperatore d’Austria CarloVI, giurisdizione delle prime e seconde cause, mero e misto imperio; potestà del gladio e di quattrolettere arbitrarie in perpetuum, per sé, suoi eredi e successori, in altri termini un dominio allodialesull’isola d’Ischia per cui esigeva un dritto così detto di baglivo dalle università di quest’Isola, qualSignore di Procida, in modo che dopo il 1750 dimesso il dominio della casa del Vasto, l’università diProcida esigette per circa altri 50 anni il detto canone dalle università d’Ischia.Per togliersi dal vassallaggio del Marchese del Vasto le università dell’isola d’Ischia litigarono, ricorseroall’Imperatore d’Austria Carlo VI, al Regio Collateral Consiglio, alla Regia Camera; scrisseromemorie ed allegazioni, posero in mostra privilegi, dritti, concessioni, prammatiche sanzioni decisioni,sentenze di scrittori verso il 1733 per mezzo de’ loro avvocati Domenico Caravita, FrancescantonioJovino e Placido Conforto, ma nulla ne ricavarono e dovettero corrispondere il baglivo.Le università dell’Isola corrispondevano ai pesi suddetti, come quelli, pel mantenimento della squadradi Campagna, pel testatico al governo ed onorari ai sopraintendenti, governatori, scrivani, regia corte,e mangia e regalie, e spose per opere pubbliche, per liti, per sovvenzioni alle chiese, a parrochi, a preti,a monasteri ecc. coll’imposizione di dazi civici, sia sulle farine, sia sul vino, come ancora colla quotadelle rendite delle Tonnaje di S. Pietro in Ischia, del <strong>La</strong>cco e Maronti in Testaccio – Dopo uno strepitosogiudizio, sostenuto per moltissimi anni, dall’Università di Forio, contro i casali riuniti di <strong>La</strong>ccoe Casamicciola, principiato prima del 1745 e perdurato fino al 1777 alla fine con decretazione delSopraintendente Generale dell’Isola Marchese D. Francesco Vargas Macciucco, Caporuota del S.R.C.e Consigliere della R. C. di S. Chiara verso i primi mesi del 1778, fu deciso che le somme sequestratedurante il giudizio delle tre indicate tonnaie, fossero ripartite fra la città d’Ischia, l’università di Forio,e quelle del Terzo, ed ognuno introitò la sua rata de’ 16 anni di attrassi dal 1745 al 1762; quali attrassierano stati sequestrati dal Regio Fisco, perché vi vantava dritto. L’Università di Forio in forza dellaripartizione di quegli estagli fattane dalla Real camera di S. Chiara nel 1754 ed approvata dal re CarloIII con dispaccio degli 11 Agosto detto anno ne pretese la sua quota.20

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