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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Il primo nume adorato nell’isola di Pitecusa si fu Giove, che tramutava in scimie quei fraudolentiladroni che l’occupavano, come la favola raccontata da Strabone presso Suida – Favola che racchiudeun mito, lo che coi scrittori sempre la nozione di un Dio supremo ed unico, che insegnavano e tramandavanonei misteri insieme coi precetti della vita morale.Quando l’alito dell’antichità – Bacone (4) giungendo alle zampogne greche, aveva mutato il sublime,e profondo pensiero in mero trastullo d’immaginazione, nelle favole mitologiche, creando, fra vizi eturpitudini, umani numi e dei a migliaia allora l’idolatria creò gli Ercoli, le Venere, gli Apolli, le Ninfe,e i trentamila nomi di divinità raccolti da Varrone.I greci dell’isola d’Eubea avevano in ispeciale venerazione Ercole, perché uno di questo nome, mentrela mitologia ne ha annoverato ben cinque, morto fra gli Euboici per tradimento di Deianira ingelositadi Jole fu posto nel ruolo degli dei.Emigrati questi greci euboici unitamente ai calcidesi dovettero portare il loro nume rozzo ed informe,scoverto poi sulla spiaggia di <strong>La</strong>cco Ameno, ove rimase atterrato per cataclismo avvenuto durante quest’occupazione.I greci dorici detti siracusani, venuti ad occupar Enaria col re Gerone, dovettero quivi stabilire il loroculto a Venere, inalzandole un tempio sulla spiaggia di Citara, accosto alla loro occidentale città, dal cuisacrato luogo trasse il nome quell’amenissima e voluttuosa contrada.Sopraggiunti i romani dovette tenersi in ispeciale protezione Apollo per la virtù delle acque, e le tantemonete trovate in Ischia, le quali avevano, molte fra esse, nel dritto una testa imberbe galeata, e nelrovescio una capra col più dritto chi alla radice di un lauro, chi a sostegno di un corvo, tutti emblemi diApollo.In tutti i bassi rilievi ritrovati in quest’isola, si scorge non mancarvi mai Apollo, coronato di lauro frequentamente,o vestito, o ignudo, or colla lira, or presso ad un lauro, or col corno vicino, or col grifonea piedi, uccello dedicato ad Apollo, segnatamente dai Trojani, così ci attesta lo Ziccardi.Ma la religione ed il culto de’ Troiani passò al <strong>La</strong>zio con Enea e dal <strong>La</strong>zio a Roma, dunque fra i bassirilievitroviamo per la ricuperata salute.Con Apollo erano adorate le Ninfe Nitrodi, ed il Jasolino riferiva come il dottor Pistoia delle due lapidirinvenute accosto il fonte di Nitrodi, nel tenimento di Barano, l’una rappresentava una donna coi capellisparsi, con una serva occupata a versarle dell’acqua sulal testa.L’iscrizione latina cominciava Nymphis Nitrolidibus: Votum Solvit Libenti Animo.Altra iscrizione scavata alla spiaggia di Citara, rosa ed alterata dal tempo, della quale potevansi leggerele sole parole – Cappellina V.S.L. Nymphis e dal basso rilievo di essa lapide si rilevava, che questa4) Fabulae mythologicae videntur esse instar tenuis cuiusdam aurae, quae ex traditionibus nationum antiquarumin Graecorum fistulas inciderent. Bacone De Augm. Scient. 11.13.5

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