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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Del Terzo - Aniello Jacono, Stefano Jacono, Vincenzo di Meglio, Filippo Morgera, Lorenzo Marona,Clemente Monti, Giuseppe Ferrari, Salvatore Monti, Nicola Fiore, Arcangelo Balestriere, AniellantonioJacono, Agostino Napolione, e Paolo di Costanzo.Questa conclusione del parlamento generale con real dispaccio, per la segreteria di Stato di Giustiziae Grazia, in data del 24 detto mese fu approvata, e con bando dello stesso Commissario D. Carlo deMarco, spiccato da Casandrino in data del 31 detto mese, fu pubblicato in quest’isola a 17 febbraio1754.(Anno 1759). Carlo III avea saputo impartire savi provvedimenti nell’amministrazione interna. Mamorto Ferdinando VI, successore di Filippo V, senza lasciar discendenti, Carlo fu chiamato alla coronadi quel regno.Dopo di aver occupato per venticinque anni il trono di Napoli, Carlo vi chiama a successore il terzogenitoFerdinando, che avea appena anni otto; mentre il primogenito D. Filippo era imbecille, il secondogenitoCarlo-Antonio lo avea destinato a succedergli nella Spagna.Nel dì 6 ottobre 1759 Carlo III accerchiato dalla moglie e dai figli, presenti, il corpo diplomatico, iministri, gli eletti della città, i primi fra baroni, fece leggere il nuovo statuto del regno, creò pel re minoreun consiglio di Reggenza, e voltosi a questo fanciullo ottenne gl’insinuò l’amore ai soggetti, la fedealla religione, la giustizia, la mansuetudine; e snudando quella spada medesima che Luigi XIV diede aFilippo V e questi a lui, e ponendola in mano al novello re – „Maestà, gli disse, tienla per difesa dellatua Religione e dei tuoi soggetti”.Indi partì da Napoli.Oh!... quanto presto Ferdinando IV dimenticò i consigli paterni; abbandonato a cacce e piaceri chegl’intorpidirono l’ingegno, e gli spensero ogni vigorìa di mente! <strong>La</strong> reggenza di questo fanciullo nevolea fare un balocco, facendolo crescere vegetando, lontano dagli studi, e dalle scienze, che lo avrebberoammaestrato a ben governare: essi s’ingannarono.Ferdinando dimenticò ben tosto, che il padre gli avea insinuato di amare i suoi soggetti, e li sacrificò;di rispettare la religione, e fu spergiuro; di aver a cuore la giustizia e la mansuetudine e queste trasformòin arbitrio ed orgoglio. Con quella spada che gli fu data per difesa della religione, e dei popoli, trafissel’una e fu ipocrita, trafisse gli altri, e fu tiranno!Durante la Reggenza, i mali si accrebbero sulle pacifiche popolazioni delle provincie, ad onta chel’attività e lo zelo del ministro Tanucci non fussero scemati; ma né Tanucci, né i suoi subalterni potevanoimpicciolirsi, e pensare ad una isola oscura, povera, e non degna di alcuno interesse - Quindi eraabbandonata, e perché abbandonata in preda ai tristi.Non passava una notte senza consumarsi un assassinio, senza promuoversi un incendio, senza fare a122

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