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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani,cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.<strong>La</strong> città di Tunisi venne abbattuta, e posti in rotta i giannizzeri ed i spahi che ne stavano alla difesasotto gli ordini di Dragut.Carlo V come nemico, Francesco I come amico de’ turchi, provocarono contro l’Italia ostilità che nonfinirono con loro, ed i pirati musulmani trattavano la nostra patria, come dappoi gli Europei il centrodell’Africa, cioè come un vivaio di schiavi. Non lasciavano passar anno senza scorrerie (235).In effetti nell’anno 1551 Tiriam-Pascià, insieme allo stesso Dragut, chiamato da Errico II figlio diFrancesco I di Francia, ritornava ad infestare le piagge meridionali d’Italia; abbruciando Reggio, Nola,Procida (236).(Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venneinnanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischiae le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola diPonza (237).Nell’anno 1553 ai primi di giugno tornarono con settanta galee comandate da Mustafà-Pascià e daDragut, il quale avea oscurato nella pirateria tutti i più terribili corsari che lo avevano preceduto, percui Andrea Doria non credea avvilirsi nell’inseguirlo costantemente; questi lo catturò vicino Calvi diCorsica, e fu posto a remare su di una galea, poi liberato per tremila scudi.Imprudente venalità! della quale Dragut si vendicò con nuovi guasti, senza neppure più piegarsi all’autoritàdel Granturco; in modo che fu costretto il Doria a fuggire, e star inoperoso spettatore delledevastazioni della costa calabrese.Ma infine incalzandolo risolutamente lo chiuse in un porto della Barberia, e quando già lo credeapreso, questo intrepido fece tirare in secco le galee, e su carri trascinatele oltre una lega su di una linguadi terra, gettatele in acqua fece vela, e si liberò; sicchè alla mattina il Doria vide Dragut in alto marepredare una galea cristiana proveniente da Sicilia (238).235) Il Summonte op. cit. Cantù Vol. V. pag. 325.236) «I Francesi che avevano incitato quel partito (i Luterani) sollecitavano Roberto Sanseverino a ribellar Napoli;da per tutto rinverdiva la parte Francese; e i malcontenti di tutti i paesi, e massime napolitani, congregatia Chioggia, pensavano ogni via di nuocere agl’Imperiali, neppure esitando a chiamare in Italia i Turchi, da cuifurono abbruciate Reggio, Nola, Procida» – Cantù St. degl’Ital. Vol. V. pag. 291.237) Il Summonte dice così. «<strong>La</strong> cui armata si pose all’ancora nel mar di Procida, e fecero tenda, per il che iltimore ed il rumore fu grande universale, ed ogni giorno alcune di quelle galere turchesce scaramucciavano versoil capo di Posilipo colle galere genovesi. Dopo due mesi all’improviso partì per Levante».238) Cantù St. degl’Ital. Vol. V. pag. 326.101

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