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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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maggior parte dei quali erano governati, per mezzo di proconsoli, detti vicerè, creati per accrescere lesventure e le calamità di fertili provincie, e di popoli pieni di brìo.Ischia seguitava a rimanere sotto la signoria della famiglia del Vasto, ed il Marchese Alfonso, fulminedi guerra, come lo chiamavano i poeti, i trovatori, ed i cortigiani, la principessa di Francavilla Costanza,la illustrissima e graziosissima Castellana, come la salutavano i cittadini della fedelissima isolad’Ischia, ne tenevano il governo.Ma lasciamo per poco i del Vasto d’Ischia, e sovvenghiamoci di altri rami del ceppo d’Avalos.Francesco I. re di Francia preso da gelosia e timore per tanti stati cumulati nella persona di Carlo Vs’indusse a muovegli guerra.Non è nostro assunto il menzionare queste campagne, solo, perché fra breve produce il triste suoeffetto, indichiamo che in Pavia di gran valore si fé mostra d’ambo le parti; ma il re Francesco avendoa viltà il ritirarsi fu circondato e fatto prigioniero nel 24 febbrajo 1525, dal Marchese di Pescara, quelFerdinando Francesco d’Avalos, che si volle nato sulla Rocca d’Ischia dall’Ariosto.Dopo la rotta, scrivendo Francesco alla madre Luigia di Savoja dicea - Tutto è perduto fuorché l’onore(209) e ben dicea perché era stato valoroso.Il Pescara alieno dalla coltura italiana, educato nei romanzi spagnuoli ad idee esagerate di lealtà, nonaborrì discendere ad iniqui mezzi. Dopo una sofferta prigionia, per premio del suo valore ed eroismospiegato in Pavia, nel 30 novembre 1525 moriva nel fiore degli anni, lasciava l’illustre ed impareggiabileconsorte Vittoria Colonna.Questa virtuosa matrona, inconsolabile per la morte di un marito a trentasei anni, determinò di chiudersiin un monistero; quantunque le fussero state fatte varie proposizioni per un secondo matrimonio;non volle saperne, e presso i parenti del marito si venne a chiudere nella rocca d’Ischia, ove gran tempodella sua vedovanza passò, impiegandolo fra le sue dilette muse, finché, spento il fuoco della mente daldolore, ed il cuore inaridito dal pianto, in Roma sua terra natale si moriva nel 1548 (210).Gli anni 1525-26 e 27 furono pieni di atroci e strani avvenimenti: mutaronsi stati e religioni: furonosaccheggiate città: fuvvi carestia grandissima, e con questa una peste così fiera che spopolò Napoli, ele sue isole afflisse (211).Al vicerè Cardona, succedea il celebre generale <strong>La</strong>vonia, a <strong>La</strong>vonia Ugo di Mongada.Nel 1528 tal dignità passava al principe di Oranges, il quale veniva assediato da Odetto Fois Monsignordi Lutrecco, generale mandato in Italia dal re di Francia Francesco I, onde rivendicare i suoi dirittisul regno di Napoli.209) Ecco le parole precise: Tout est perdu, hormis l’honneur et la vie qui est sauve.210) V. Maffei Storia della Letteratura lib. III. Cap. 7. Vedi Nota 180.211) Summonte Stor. di Nap. Vol. IV.91

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