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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Il seggio reale era circondato di altri seggi in più modesta altezza, gradatamente disposti pei ministridel re, ed i grandi della sua corte.<strong>La</strong> campana maggiore di S. Maria la Nova suonava a distesa l’ora di Santo, quando i Senatori nellasala del parlamento radunavansi, ognuno avvicinandosi al posto assegnatogli dall’età, o dal grado cheoccupava in corte. Appena era scoccato mezzogiorno che il re si fece annunziare dal moto de’ paggi,dei cavalieri, e dei fantaccini, che si piazzavano in due ali per fargli i dovuti onori.Comparisce Ferdinando accompagnato dal famoso Scanderberg (156), e seguito da molti dignitarie nobili di sua corte; fra i quali primeggiano per sapere Antonio Panormita (157) e Giovanni Pontano(158).Lo Scanderberg, appena giunto alla soglia della sala sì ferma, e graziosamente dice a Ferdinando, condignità -- «dove deliberar deve col suo consiglio il re delle due Sicilie (159) non conviene che v’intervenisseil re d’Albania», quindi s’inchina a Ferdinando e si ritira.156) «Callisto III. della Casa Borgia avea perseguitato Ferdinando I. ma il suo successore Pio II. per lo contrariograndemente favoreggiollo. Questo Pontefice gli procurò il soccorso del famoso Scanderberg re d’Albania, ilquale il fé trionfare nella battaglia datasi in Capitanata a Giovanni d’Angiò». V. Pandullo compen. della st. delledue Sic. pag. 153.157) «Antonio Boccadelli detto il Panormita fu Segretario di Ferdinando I d’Aragona, scorgendo il perspicaceingegno del giovine Pontano lo favorì e lo protesse e lo ascrisse alla celebre Accademia Napoletana da lui fondatadetta perciò del Panormita». Prudenzani Storia della Letteratura G.L.J. pag. 204.158) «Giovanni Pontano, fu, il più culto scrittore latino del XV secolo. Nacque in Cerreto luogo della diocesi diSpoleto nell’Umbria nel 1426. In età ancor tenera trasferissi in Napoli, dove proseguì gl’incominciati suoi studicon tal successo che superò ben presto la comune aspettativa; si rese caro moltissimo il Panormita che lo favorì,lo protesse, lo ascrisse alla sua accademia, della quale fu principal lustro e splendore, e capo dopo il Panormita,per cui in seguito ella chiamossi Accademia del Pontano. <strong>La</strong>sciò, secondo l’uso del tempo, il suo nome di Giovanniin quello di Gioviano, per amor di antichità. Fu molto accarezzato, beneficato, e onorato dai suoi Sovrani,presso de’ quali scese alle prime cariche e dignità di corte. Fu maestro e precettore nelle lettere di Alfonso ducadi Calabria figlio a Ferdinando I. del quale dopo il Panormita divenne Segretario, posto che occupò anche pressoi seguenti Sovrani Aragonesi. Con ugual stima venne riguardato dagli altri principi che l’udivano con piacere, eperfino quando fu fatto prigioniero nell’invasione dei Francesi che conquistarono Napoli nel 1495, venne sempredai nemici stessi trattato con rispetto e riverenza. Così carico di onori morì nel 1503 in Napoli. Fu eloquentissimo,insigne, e terso poeta latino. Fu dotto. Le sue opere principali furono i Sei Libri della Storia della guerra diNapoli fatta da Ferdinando I. contro Giovanni duca d’Angiò>>. A cui siamo debitori per aver preciso dettagliodella Storia d’Ischia, teatro di due di queste guerre – Gli opuscoli filosofici ed altre poesie latine». V. CordellaStor.della letterat. grec. latin. ital. seguita dal Prudenzani. Guicciardini Stor. d’Italia Vol. II. lib. 2 cap. 3 pag. 4.159) Del titolo – Rex utriusque Siciliae Alfonso I d’Aragona detto il magnanimo, s’intitolò il primo, verso il 1445.V. Giannone Stor. Civ. del regno di Napoli lib. XI. Cap. IV.59

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