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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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quale erasi anch’esso rifugiato in Provenza col d’Angiò, dopo la rotta patita, che se non fusse egli accorsoa soccorrerlo, e più a lungo lo avesse restato isolato, esso sarebbe stato forzato ad arrendersi.Conosciuto Carlo i bisogni dell’assediato fratello, venne in gran fretta con navi e galee cariche difrumento, navigando giorno e notte.Comparve alfine al cospetto dell’isola d’Ischia, e volendo che parte del soccorso fusse giunto primache Galgeraldo si sarebbe accorto della flotta, la quale veniva in aiuto degli assediati; fe’ andare innanzila principal galea, chiamata la Delfina, nome datogli perché molto veliera.In questo modo, opinò egli, all’apparir della flotta grande sarebbe stata la sorpresa di Galgeraldo, epreso da timore si sarebbe sicuramente apparecchiato all’attacco, o a mettersi in salvo, e così la Delfinaavrebbe avuto tutto il tempo di toccare la riva dell’isola, sbarcare le vettovaglie, e poi rimettersi in altomare.Ma il disegno di Carlo Toriglia rimase deluso; mentre Sancio Samudìo, uno de’ capitani della spedizione,destinato alle scoverte, vista apparire la Delfina e parendogli essere il tardar pericoloso, congrande impeto andò ad investirla, e con essa lei gran pezza combattendo alfine, con altra nave carica, lacatturò; il che veduto da Carlo, e perduta ogni speranza si pose cogli altri legni in fuga.Galgeraldo non volle restare inoperoso, e dato ordine alla sua flottiglia di mettersi in cammino, sidie’ a seguire l’armata fuggitiva, e perseguitandola giorno e notte, raggiunse Carlo, lo vinse, e catturòlui con un figlio di Giovanni Toriglia, e fece prigioniero tutto l’equipaggio, e la truppa di sbarco, chesu quel navilio trovavansi; e quindi ritornò col fatto bottino, di uomini e di navi, nell’isola d’Ischia,tenendo l’armata vinta e vincitrice, coll’intera flotta, sopra l’àncora in rada.Saputasi da Ferdinando tale vittoria, ne provò immensa gioia; tanto che volle portarsi a Miseno,accompagnato da Simeno Durea Legato della Sicilia, dalla quale pochi giorni innanzi era venuto pervisitarlo.Da lì venne ad Ischia a trovar Galgeraldo per ringraziarlo, ed estrinsecargli il suo compiacimentoper la riportata vittoria. Ivi giunto diede il re le più lusinghiere testimonianze di soddisfazione a queicapitani dei legni, pel mostrato zelo e coraggio; si dichiarò riconoscente pel nuovo segno di fedeltà,che l’armata gli avea dato in tale circostanza, liberando il mare da un tanto pericoloso nemico. Volendoricompensare Galgeraldo gli ordinò di accompagnarlo in Napoli. Comunicati gli opportuni ordini agliuffiziali, il comandante della flotta seguì il re, che lo gratificò per le gesta compite, concedendogli ilcontado di Trivento (170), e poi lo rimandò a prendere il comando della flotta, che seguitava a rimanersull’àncora nei paraggi dell’isola fino alla capitolazione del Toriglia.170) Con un pubblico editto ricavato dal Quinterno 3° fol. 87 del Registro di Ferdinando si disse così in onoredi Galzerando de Rechisens – Nam cum Isclam insulam cui dominabitur Joannes Torellis quì a nobis defeceratnostris triremibus obsessam undique teneremus decem hostium triremas quibus preerat Carolus Torellas frater68

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