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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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A questi fenomeni però se ne aggiunsero degli altri più tristi.L’Isola scossa da suoi cardini, con moti, or vorticosi or sussultori, or ondulatori sfaciava in frammentiquanto la mano colonica aveva eretto; quanto l’industria agricola aveva smosso e coltivato; e tra i sfasciatifrantumi uomini ed animali rimanean confusi e frammisti nella distruzione e nella morte.Istupiditi, tremanti, ignari del pericolo, e dei naturali fenomeni, quei miseri abitanti non sapeano trovareuno scampo nella comune sciagura, come non avevano saputo prevenirla con una fuga, avendone avutoil tempo.In mezzo a tanta rovina, e sì spaventevoli scosse di terremoti; si squarcia un fianco dell’Epomeo edin un baleno scoppia un vulcano!Tremenda, indescrivibile è l’eruzione; il fuoco cade a torrenti; la lava qual fiumana procellosa allagala pianura sommerge la città, già mezzo inghiottita dalle burrascose onde del mare, penetrate per lelarghe caverne.Il fuoco si estende per la campagna; colma le valli, e le profonde voragini, prodotte dai sprofondatimassi: erge improvvise rocce: inalza catene di monti di fuoco...tutto tutto distrugge!Si tramuta, si seppellisce, si trasforma, in teatro di spavento, di terrore, di distruzione, di morte uno deipunti più incantevoli di quest’isola (31)....Si fu questa l’eruzione vulcanica del Rotaro (32) - la quale avveniva circa ventisei secoli dietro(33).I superstiti figli e discendenti de’ prischi Eritresi fuggirono nella Campania, ingrossando la popolazionedella città di Nola (34), la quale molti anni prima era stata edificata dagli Etruschi (35).perché tanto, era creduto il numero dei vulcani che ardevano pei Campi Flegrei, anzi dalle Alpi ai Pirenei per tuttal’Italia, la Gallia, Grecia, l’Asia Minore fino al Monte Tauro.30) Sulla favola di Tifeo, fulminato da Giove, V. note 11/12 della I Parte Vol. I pp. 80/81 e note 55 e 57 I parte.31) Vedi Nota 64 della I Parte pag. 86.32) Vedi la Prima Parte Stor. Fisica Cap. 3 § 2.33) L’Anonimo Oltramontano nella <strong>storia</strong> descrittiva d’Ischia nel riferire l’abbandono dell’isola fatta dai GreciEubei, per effetto dell’eruzione vulcanica del Rotaro, asserisce esser questa avvenuta ventisei secoli e mezzodietro, circa 2600 anni avanti noi.34) «L’Isola Pitecusa, detta Inarime o Enaria, ed oggi Ischia, era abitata dagli Eritrei, popolo dell’isola Eubea;quando il monte Epomeo, che la sovrastava nel mezzo, scoppiando subitamente, con terribili strepiti, allagò lascossa isola di lave di acceso bitume, apportando morti e distruzioni. I superstiti a tante sciagure, accorsero nellaCampania, ingrossando di popoli Nola, molto tempo innanzi edificata dagli Etruschi» – Micheletti St. de’ Monumentidelle due Sicilie VI. Introd. Cap. 2 p. 73.35) «<strong>La</strong> costruzione di vasi Nolani, la eleganza del loro disegno mostrano a quanta coltura questa città pervenne»– Storia citata Nota 45 al Cap. 8. Vol. 1. Introduz. pag. 82.11

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