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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Ciò fu veduto da Poo, ch’era sulla vetta dell’Epomeo, e temendo che i ripari, ovvero le genti del re,fussero da nemici bruciati, pose in fretta in ordine i suoi uomini, e precipitosamente, postosi alla testadi quelli discese dalla vetta per piombare sopra gli assalitori.Divise la sua truppa in due colonne: l’una pose sotto gli ordini del Fandacuzzo, uomo nelle armi moltofamoso, e l’altra dell’Orioli, soldato esperto, e dal re per la sua lealtà assai stimato, ed egli, il Poo, sipose a dirigere le due colonne, ordinandone i movimenti, qual supremo duce.Giunti al luogo del combattimento, attaccarono alle spalle improvisamente l’oste angioina, ch’eratutta intenta a combattere i bastioni.Spaventati costoro, e sorpresi, temendo che di maggior numero fussero stati i rinforzi nemici, si disordinaronoe piegarono smarriti; in modo che gravi perdite soffrirono; ma accortisi del piccol numerodi essi, che li avevano con tanto impeto assaliti, ben tosto si riordinarono, presero animo, e fecero testacontro de’ medesimi aggressori; stando vigili, affinché non fussero usciti altre truppe dai bastioni perchiuderli in mezzo.<strong>La</strong> guarnigione chiusa nella cittadella, era del tutto ignara del rinforzo che veniva in di lei soccorso alprimo colpo udito. Temette di qualche agguato, che le si tramava, con quello stratagemma, dal camponemico; per cui non uscì dai bastioni; ma cercò scorgere dalle mura quel che avveniva fuori i ripari.Accortasi che reale era l’attacco fra due contrari corpi, i quali parimenti gareggiavano in bravura ed inardimento; che d’ambo le parti tremenda era la strage, seminandosi il campo di morti e di feriti, immaginaronsigli assediati quello che potea essere, e tosto in buon ordine sortirono dai bastioni per prenderparte nella mischia.Allora si fu che appiccossi un attacco che fe’ tramutar la zuffa in decisiva battaglia; ma nobile, rara,memoranda battaglia!(166).Con pari coraggio ed energia si combattea dall’una e dall’altra parte, nella pianura che si distendeinnanzi al Castello, occupando quello spazio che forma una gran parte del Comune d’Ischia fin sullecolline di Campagnano. Questo raggio, parte piano, parte alpestre, era il teatro del combattimento.I seminati, le vigne, le piantagioni, svelti, abbattute, peste, distrutte!......Di picche spezzate, di scudiinfranti; di targhe peste, e morrioni insanguinati erano seminate le colline, le pianure, le valle, i campi!E fra questi arnesi guerreschi, misti, corpi mutilati, membra troncate, rivoli di sangue, grida di feriti, lamentidi agonizzanti, voci d’ira e minaccia, bestemmie di combattenti, che pari in audacia, eran diversidi linguaggio.D’ambo le parti cadevano morti e feriti: d’ambo le parti facevansi prigionieri: d’ambo le parti partivala strage e la morte in quella fatale giornata, che memoranda divenne nei fasti della <strong>storia</strong> (167).166) Pontano pag. 90 – Muratori annal. Vol. IX. pag. 247.167) I posteri debbono esser grati al Pontano pel dettaglio che accenna a questo attacco avvenuto nell’isola64

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