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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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assiste alla metà di agosto in Serrara, ovvero a quella di S.M. della Mercede in Fontana ai primi disettembre, osserverà gli accennati abbigliamenti, e altri più ricchi, pei pendenti d’oro alle orecchie, difoggia e modello particolare, detti navette: senapii di oro al collo, e galloni d’oro o d’argento falso aifinimenti del giubbone – jeppone – e della gonna della ricca massaia.Osservasi nelle feste di questi villaggi un moto ed una allegrezza in tutta la popolazione, uomini,donne, vecchi, fanciulli, agiati, poveri, tutti indistintamente s’inebriano nella festa, e prendono parte, oassistono – senza perdere un minuto – agli uffizi divini del mattino; il giorno fra l’allegria del vino tracannato,e del concorso de’ vicini casali, prender parte o associare la processione fra il riso, e la buonacompagnia – fra la devozione, ed il divagamento.Bella, santa è la religione de’ padri nostri; commovente, affascinante è il rito delle loro feste, maperché queste oggi non sono più così santificanti e commoventi come nella nostra fanciullezza ci apparivano?Domandatelo a quei pievani posti alla cura di parrocchie rurali…Essi non vi risponderanno, o rispondendovi nasconderanno il vero!I naturali di questo montuoso comune, con quegli occhi bruni, mobili, scrutatori, che sembrano internamenteilluminati da una pupilla dilatata e penetrante, con quei visi abbronzati dal sole e dalle intemperie,lungi di rappresentare un tipo rozzo e ributtante, mostrano arditezza, intelligenza, e malizia.Dessi variano nel tipo secondo i punti che occupano – Coloro che abitano verso le marine, dal latodi mezzogiorno, sono languidi e poco amano la vita de’ campi, prescelgono il mare, e il riposo – Queidelle coste, schiappeti, e colline dell’ultimo lempo di S.O. dell’Epomeo, infingardi, e balordi voi li trovate– Gli abitatori de’ monti li scorgete svelti, energici, coraggiosi; passionati alla caccia, più di ognialtro meridionale isolano, passione che in più o minor gradazione è predominante in tutti gli abitantidell’isola, e propriamente de’ meridionali.Lo schioppo è il compagno indivisibile del Fontanese e del Serrarese; la caccia e la pipa, il cane e lagrotta sono le loro passioni-Il più delicato complimento che potrebbe offrirti uno di questi montanari, sarebbe quello di condurtialla grotta, specie di cellaio incavato nelle pietre, o scavato nei poggi; posto nella più o meno profondavalle, ove raggio di sole non penetra: le pareti sono coverte da una specie di naturale mota grassa diun colore grigio oscuro, prodotta dall’umidità: il suolo è ineguale, composto soltanto di terra battutadal calpestio, ovvero dal letto della valle che si trasforma in alveo di torrente in tempo delle invernalipiogge, in modo che in certi mesi trasuda acqua in diversi punti – In questi cellai a forma di grotte,chiuse da porte e cancelli di legno, ripongono i Fontanesi e Serraresi il loro vino in capacissimi affustio fusti coverti da uno strato di untuosa vernice grigia oscura, e di muffa, o pania della natura de’ funghi,prodotta dall’umidità – Tali cellai o grotte si osservano ancora verso le cave di Moropano.131

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