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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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queste cupe, coverte da selveti, o da rami di fronzute quercie, irrigate da rivi di freschissima acqua;allietati dal flauto di canna del pastore, e dal canto languido della montanina; in una parola se t’inerpichipel casale della bassa, ed alta Fontana; tu nel primo caso se hai osservato questo casale, lo troveraidescritto nei versi e nelle prose del poeta di Zurigo, o dell’altro di Mergellina; se poi ti ricordi di quelleprose e di quei versi, visitando questi luoghi, ti ricorderai di quelle scene immaginarie di campi e dipastori, di Melibeo e di Dafne, di Titiro e di Clori.Fontana – montuosa campagna, addetta alla pastorizia, posta sotto la vetta dell’Epomeo sul versantemeridionale, nel più alto punto dell’Isola, in mezzo al gelo, alla neve, e alla nebbia nell’inverno, fra izeffiri, e le brine nella primavera, fra i raggi canicolari dell’està, fra la grandine e le pioggie di autunno.Fontana prese il suo nome dal fonte di acqua sorgiva, che scorre fra le sue alpestre pendici.<strong>La</strong> cittadella naturale dell’isola d’Ischia è Fontana;Salendo da Serrara il primo caseggiato che incontri, battendo il retto sentiero, chiamasi Noja.NOJA – secondo il de Cance – indica luogo atto alla pastura, e molto appropriato l’è questo nome.Passata la contrada Noja sorge una collina a cui si giunge per rapida pendice, su questa collina è postala chiesa parrocchiale di Fontana, l’antica Sacrata. Si vuole che questa fusse la più antica chiesa parrocchialedell’Isola.Poche case circondano la chiesa – Un pezzo di antica colonna scannellata, di marmo bianco, è situatoaccosto alla scalinata del piccolo atrio.Sceso e poi salito altro pendio, si giunge sulla piazzetta di Fontana superiore, ove trovasi un maggiorcaseggiato, e qualche bottega da commestibili e da taverna – Passando un giorno con due amici perquesta piazza in ottobre ultimo alle ore di mezzogiorno, sentimmo il suono di un pianoforte; usciva lamelodia da una casa modesta e pulita di un Fontanese.In questo solitario ed alto casale, chiuso fra monti e fra valloni, l’ultimo degli Angioini trovò ospitalitàben meritata, asilo e pace trovarono ancor i Vescovi dell’isola d’Ischia, in quei tempi di guerre e dispoliazioni interne, avvenute nel corso del XV secolo.Fontana era quindi il ricovero dei deboli e dei sventurati, lo era parimente dei cospiratori e degli indomiticapitani.In esso si ricoverò il Vescovo Bartolomeo de Papia nel 1374 ed ivi eresse un ospizio con la piccolachiesa che chiamò la Sacra; oggi compresa nella Chiesa parrocchiale.Quivi si ricoverò nel 1464, l’altro Vescovo Giovanni de Cicco quando il castello d’Ischia fu assediato.Qui ancora si ricoverò e meditò i suoi infelici piani di attacco il figlio Renato quando l’ultima battaglia129

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