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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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«Il tempo - dicea uno straniero parlando dell’isola dì Ischia - ha esercitato in questo luogo il suopotere lento ed irresistibile». Così l’è!.. Da questo ammasso sconvolto, prodotto di una natura alteratae disordinata, s’è sbucciato il paese più ridente, fra le isole che bagnano il mar Tirreno, e che son sìseminate all’intorno del golfo.Quivi la mano benefica della Provvidenza ha sparso i suoi tesori, circondandola di seni, dipromontori, di capi.Abbellendola di valli pittoresche, di colline ridenti, di piani ubertosi, tapezzandola di boschiaromatici, di campi fertili, di vigne, di orti, di giardini, ricchi di vegetazione, e di prodotti generosi,dolci, delicati, gustosi; e fra questi quel vino che i nostri padri in tanta eccellenza tennero, erinomatissimo fece il Sorbigno, il Greco, il <strong>La</strong>tino, il Codacavallo (46).S. 3.Bellezza ArtisticaDa mezzo alle spente eruzioni ed ai vulcani, risorgendo il genio della produzione, quest’isola sicovrì di una veste non indossata giammai, che la provvida natura volle tesserle da mezzo alle ceneri,alle lave ed alle pomici de’ suoi spenti vulcani (47).Oggi l’isola d’Ischia è la miracolosa terra della vita, per effetto di quelle sue acque, fresche eristoranti, termali e salutifere, che pregne di minerali sostanze dolcemente scorrono fra le valli e lependici, e si perdono fra i romiti scogli dell’ondoso lido, dopo aver servito all’ansiosa e sollecitaumanità sofferente, che vi ricorre per raccoglierne la sanità e la vigoria.Quest’isola, visitata dal Geologo, dal Zoologo, dal Naturalista, ispira interesse puranco allascienza, sia che penetri nelle sue caverne, sia che ne percorra i monti, e le valli.Quest’isola visitata dal Fisiologo, dal Fisiografo, dal Filosofo che vi si aggira, dal Poeta,dall”Artista, dal Romanziere che la percorre, accende in tutti quelli che la osservano il genio,l’interesse, la soddisfazione, l’amore.E l’amore, la soddisfazione, l’interesse e il genio ispirava alla Musa d’Italia, quando un Vateassiso su di una collina cantò:(46) Jasolini op. cit. Lib. 1.(47) «Chiamata dagli antichi Enaria, ovvero Inarima, quest’isoletta fu celebre in ogni tempo pe’ suoi vignetie per le sue fonti d’acque minerali, bollenti, tepide, fredde» - In alcuni luoghi sott’acqua, la sabbia manifestaancora forte calore - Marmocchi geof. un. V. 2. p.1.28

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