12.07.2015 Views

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

case di coloni, sottomesse ad una più sontuosa, che spalleggia la strada, la quale percorrendo per la pianura,sia fra le colline de’ maisti, sia fra le compagne del Bosco de’ Conti o dell’Arso, e ridenti casini.<strong>La</strong> piccola Chiesetta del Casale è dedicata alla Madonna delle Grazie, di jus patronato della famigliaBaldino.Il casale è abitato da circa 200 agricoltori.Dirimpetto alla Chiesetta ed al Villaggio s’alzano a cavaliere i monti di Tripodi verso N.O.; dalla partedi tramontana delle accavallate colline ombreggiano la pianura, in mezzo alla quale passa l’acquedottodella fontana di buceto che conduce l’acqua nella piazza del Comune d’Ischia – Fra questa pianura ecolline l’amenissimo punto detto di masto-Titto si osserva.Da questo punto scorgi ad oriente gli adusti avanzi della lava del cremato, a S.O. il casale di Piejo, edin più distanza a ponente la catena del monte Vetta che da quel lato chiude la pianura mediterranea: iboschi dei Conti, il casale di Campagnano confinano ad oriente, ed a scirocco col casale.Un terreno argilloso-vulcanico-nero covre questi campi.Il Sig. Carlo Santucci ci forniva delle notizie, intorno a questo casale – che noi compendieremo allameglio.Ci dice che i Cumani hanno una volta abitata la pianura che si estendeva lunghesso il sito coverto dalvulcano del Cremato – Noi parlando di Testaccio lo affermeremo.Nel 1852 questo suolo coverto dalla lava fu cominciato a coltivarsi dal Santucci che fu il primo arimuovere que’ massi vulcanici prendendosi in enfiteusi quella parte che apparteneva al Comune diBarano, indi nel 1853 si censì altra estensione appartenente al Comune d’Ischia.Nel mettere a coltura questi pezzi di lava, raccolse le beffe e le derisioni del volgo ignaro, derisione ebeffa che si mutarano in meraviglia ed ammirazione nel 1854, quando videro quei sterili massi, e quelleconcerie di vulcano tramutate in verdeggianti boschetti ove primeggiano pini, quercie ed altre pianteboschive.Oggi anche si veggono i segni (accosto all’antico cratere dell’Arso) del cunicolo vulcanico, il qualepresso ad un gran sasso fra i limiti della proprietà Santucci, e Mazzella di Campagnano, nelle lunghenotti d’inverno, caccia una fiamma circa 4 palmi al di sopra della pietra.Si volle scavare ove la fiamma era comparsa anni sono e fu rinvenuta ferrugine rossa, e alcuni spiraglidi fumajuoli i quali ingranditi, intromessovi il braccio, si dovette tosto estrarlo atteso l’avanzato caloricoche tramandavano, lo scavo fu sospeso.Scavandosi il terreno in altri punti di Fiajano alle volte furono trovati de’ cunicoli da cui ne uscivaun’aria freddissima accosto a quelli che esalavano vapori di avanzato calorico.Più, in altri punti scavati si è trovato un masso di pietre di basolato, rotti o rimossi questi, è succedutoaltro strato di pomici, e profondandosi lo scavo, vi è succeduto altro strato di concerie di pietre tufe eferrugine bruciate e fra questi una quantità di piante ed altri corpi carbonizzati.108

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!