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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Dopo tanti secoli un novello Megastene, nativo dell’Attica commerciale d’Italia, dovea pel primo- come la <strong>storia</strong> ha consacrato - in un’isola del pari approdare, in cerca di nuove terre, ed ivi apportarela civiltà europea.Era questo novello Megastene - Cristofaro Colombo da Genova - che nell’isola del Salvatore piantavala bandiera dell’ingratissima Spagna; prima terra d’America, occupata dagli europei, e scoverta daun Italiano!Di questi due avventurieri stanziatisi in cotesta isola, Megastene era alla testa di patrizi, quali si stimavanoi Calcidesi, perché provenienti dalla città di Calcide nell’Attica, capitale dell’Eubea, quindiragguardevoli perché gente primaria fra greci (23).- Questi coloni trovarono propizio il suolo, tanto allacoltura delle viti - di cui istrutti erano gli eritesi - quando all’industria de’ vasi di creta, di cui i calcidesierano valenti artefici.Mentre i primi, sotto il governo d’Ippocle, si diedero all’agricoltura; i secondi guidati da Megastenesi applicarono alla manifattura: quelli allettati dall’amenità de’ siti, e dalla fertilità delle campagnepiantarono la loro colonia su di una collina: questi attirati dalla mitezza del clima, e dalle abbondantiminiere di argilla, stabilirono la loro sede a quel contorno, nella sottoposta pianura più prossima allaspiaggia del mare a coltivar le viti, gli altri si occuparono a provvederle di capaci anfore di creta, atte aconservare il prezioso prodotto (24).Queste due colonie mai fecero comunanza fra loro; poiché gelosi delle proprie abitudini, dei gradi,e di quella puerile preminenza, che l’egoismo alimenta, e l’ignoranza incoraggia, anche fra popoli chehanno comune una patria, una lingua, una credenza, una stirpe.Da questa separazione di mestieri, e di dimora, si trascese alla rivalità: le due colonie cominciaronoben presto venire ad urti. Il verme dell’ingordigia e della gelosia s’internò nelle loro menti: la discordia20) «Eritrienses et Calcidenses simul Pithecusas habitaverunt» Strabone Geograf. Lib. V. versione di GuglielmoSilandro.21) «I Calcidesi e gli Eretrii di Eubea furono di Procida i primi abitatori» – Stor. de’ Monumenti delle due Sic.Not. al Cap. 13 pag. 252.22) E’ parere di Agathio, Pomponio, Mela, Antonino, Cornelio, Tacito, Servio ed altri, che l’isola d’Ischia fussestata la prima terra, abitata dai Greci di Eubea, indi passarono nel Continente, ed edificarono maestose città chedivennero sedi di grandezza e di potenza, come Cuma, Partenope, Dicearchia, ed altre città d’Italia e di Sicilia– V. Siano St. d’Ischia Parte II p. 55.23) V. Strabone Geograf. Lib. X. pag. 446.24) Vedi Nota (10) al 1. Vol. nell’introduzione pag. 16. «Probabilmente e Greci ed Etruschi fabbricarono i vasiche si trovano in Italia, e forse ai Greci vanno attribuiti quelli di terra più fina e leggiera, neri dentro, fuori giallio rossicci, e talvolta pur neri» (V. Cantù Storia degl’Italiani Vol. 1. Cap. 3 p. 49. N.B. – Per la coltivazione dellavite V. Cap. 9 della Parte I Vol. I.8

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