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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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di territorio, abbiamo argomenti da sostenere di non aver quivi stabilita mai lor ferma sede, forse perchéluogo troppo esposto, poco riparato, o non adatto alle loro industrie o mestieri, o forse e con piùragione perché avendo piantato il loro cimitero, la loro necropoli, nella più romantica e malinconicapianura, e sulla incantevole collina di questo Comune, cioè nella pianura di San-Montano, e sul colle diMonte-Vico, sia per venerazione ai defunti, sia per affetto di congiunti, sia per sentimento di religione osuperstizione, costoro non fermarono né formar potevano la loro principal sede in <strong>La</strong>cco; ma per luogodi venerazione, per sede de’ loro Numi, e de’ loro Penati, per sacra contrada, abitata dalle anime degliestinti e dall’invisibile spirito de’ loro dii protettori, fu destinato questo luogo e tenuto in venerazione,e quindi per timore di vederlo profanato da nuovi avventurieri fu stanziato un distaccamento di guarnigionesul Monte-Vico, ove furono scoverti de’ rottami di vasi e di tegole solite impiegarsi nei tetti delleabitazioni; come anche delle grotte intonacate a guisa di cisterne di olio, o di vino, anfore e ziri.Ognuno che ha qualche nozione delle antiche storie, e e delle usanze de’ popoli greci e romani, conosceche le necropoli erano poste all’entrata della città, lungo le pubbliche strade e accosto al lidodel mare: i grandi si seppellivano presso il mare, i plebei accosto alle pubbliche strade. Questa triplicecondizione presenta la valle di San Montano e di Monte-Vico, per cui la prossima pianura marittima di<strong>La</strong>cco, non potette essere abitata da codesti antichi coloni.Invece le accollinate contrade di Casa-Monti furono le prime ad esser popolate, e con questa le prossimedi Casa Siano, Fundera ecc. ove si osservano ancora gli avanzi delle antiche torri.Si arroge che se rottami di antiche fabbriche sono rinvenuti su Monte-Vico, se antiche abitazionisono esistite sulle colline di Fundera, Casa-Monti e loro contorni noi non scorgiamo segni di antichefabbriche lunghesso la pianura della marina – Dunque dovette esser l’ultimo tratto abitato – E doveaesser così; mentre chi volea esporsi ad abitare alle sponde del mare, ove era sicuro di venir predato daicorsari saraceni e turchi che infestavano questi lidi? Quindi quando la pirateria sparì, prima i pescatori emarinai, poi gli agiati borghesi cominciarono a costruir le loro case in questa amena posizione, accostoal mare.Troppo ci siamo prolungato in questi dettagli storici, per cui passiamo ad epoche più recenti e diciamo,che il comune di <strong>La</strong>cco Ameno, se nei tempi del gentilesimo fu la sede del culto e della venerazionedelle antiche colonie, come abbiamo accennato; nei tempi del cristianesimo fu ritenuto come depositariodel corpo di una Santa. A tal proposito ecco quello che ne dice lo stesso de Siano di <strong>La</strong>cco.«Non si può né tampoco negare che nel principio del IV secolo approdò in quest’isola dall’Africa ilcorpo della padrona e tutelare della medesima, la vergine e martire S. Restituta, che sola in una barchettagiunse esangue nel lido del piccolo seno di mare di S. Montano che chiamavasi le ripe; le quali sonodi arena come ancora esistono; ove fu ricevuto e trasportato nel luogo, ove è al presente la sua chiesa,e convento insieme dei Padri Carmelitani, alla falda meridionale del già notato Monte-di-Vico».49

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