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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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A premura dell’Intendente Sancio questo Stabilimento venne principiato nel 1838 a spese del Comune,e non prima del 1856 fu terminato, erogandosi per tal costruzione circa ducati 8.000 cioè lire 34mila.Il municipio d’Ischia concede, l’amministrazione di questo locale, in appalto – Non ha molto concorsodi bagnanti, forse atteso la posizione non centrale, ed il disagio che arreca agl’infermi, disagi che sipotrebbero far disparire, quantevolte riaprissero comodi e decenti alberghi in questa Villa o Sobborgo,approfittando dei locali vasti e comodi degli ex siti reali, oggi divenuti demaniali, e ciò pel bene dellaumanità, e per vantaggio di questo borgo povero perché privo di molte risorse.PORTOQuello che oggi forma il porto, fino al 1853 era un piccolo laghetto con un fondo misto di sabbia e difango dell’altezza media delle sue acque di metri 2,12 (palmi 8).Verso ponente ed in sito riparato porgeva esso l’angusta foce buona per alimentare la razza de’ pesci,che formava un cespite di rendita del Comune.Il laghetto negli antichi tempi, giusta le tradizioni patrie, circa la festa di S. Martino serviva alla cacciadelle follache, le quali entravano magre ed inette, pascendosi in quelle acque divenivano così grasse,che erano disgustose a mangiarsi.<strong>La</strong> caccia si facea in barchette e con balestre, e si arrivava ad ammazzarne fino a 1500.Ridotto a porto come abbiamo accennato nella seconda parte di questa <strong>storia</strong>, questo occupa oggil’aere dell’antico lago, che giace alla base settentrionale ed orientale di tre crateri, e come si vuole anch’essosurse in uno spento cratere.<strong>La</strong>sciatavi l’antica ed angusta foce con un pennello di scogli dinanzi ed un nuovo ponte a cavaliere,se ne aprì un’altra e proporzionata tagliando un banco di sabbia che ne sbarrava l’entrata fra i colli dettiboschetto e sanpietro.A difesa di questo porto vedesi a dritta per circa 700 palmi una scogliera nella direzione di nord-est,con un gomito a forma di molo, su cui andò anni sono ad infrangersi un battello a vapore di Carlo Garavini,e più tardi più d’una paranzella – Un’altra minore scogliera nella direzione di Ovest dalla parteopposta, in continuazione del promontorio di S. Pietro, si vede. Ma con tutto ciò la banchina cui questapiccola scogliera doveva servir di riparo è crollata in parte, nel resto lesionata, e niuno fa istanza ondesi ripari.Da una statistica, che abbiamo avuto per le mani abbiamo attinto che furono impiegati in tali scoglieree nel pennello suddetto 646.755 canne cubiche di scogli, spendendovi duc. 14930.33.Alla punta della prima scogliera vedesi costruita una torre da faro di figura ottagona su base rettangolarecon attigua casetta a ricovero del guardiano, munita di un apparecchio lenticolare di 5° ordine,89

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