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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Nel 26 Luglio la prima traccia fu inaugurata dai Borboni percorrendo in carrozza i punti da S. Pasqualealla Croce di Paolillo.(Anno 1854). Nell’anno appresso alla crittogama che infieriva di più, si accoppiava il colera, che venivaa farci visita verso Agosto o Settembre, ed al colera ed alla crittogama la miseria e la fame!Nel predetto anno 1854, si erano effettuiti i lavori di cavamento all’accennato porto fino al 12 Giugno- Nel 31 Luglio vi penetrava per la prima volta il real piroscafo il Delfino eseguendo, nel darvi fondo,una salva festiva di ventuno colpi di cannone.Nel dì 17 Settembre alle ore 5 p.m. il Porto veniva inaugurato alla presenza della corte, isolata in unapagoda posta su di una collina a nord dell’entrata di esso.Tutti i legni di qualunque fossero tonnellaggio furono obbligati di venire a prender parte alla regata.Il giornale uffiziale di Napoli nel giorno appresso 18 Settembre 1854 num. 203, descriveva la cerimoniacosì:«Circa dugento legni pavesati a festa fra il rimbombo di artiglierie ed i concenti di bande musicalientravano colla festiva sollennità di una regata nel porto novello, e vi facevano varie evoluzioni.Un’immensa calca di spettatori era radunata sulla riva del porto. --Il re colla sua real f amiglia, cheda vari mesi soggiornava in Ischia godevano di sì delizioso spettacolo, da un loggiato a bellapostacostruito su d’una collina a ponente dell’entrata del Porto».Noi aggiungeremo qualche altra particolarità a questo cenno trascritto.Precedea la <strong>La</strong>ncia del particolar servizio del re, comandata dal capitano Criscuolo, che da marangone,sommuzzatore, di Santa Lucia, era divenuto capitano della lancia particolare di Ferdinando II.Ma sotto il cappello gallonato, e le spalline dorate, era sempre il Criscuolo- <strong>La</strong>zzarone; il CriscuoloPalombaro, sì agli atti, che alla foggia, al linguaggio, alla rozzezza, all’ignoranza, alle scurrilità, aipregiudizi.Seguivano le altre lance di particolar servizio; indi i reali piroscafi, il Tancredi, la Saetta, il Delfino,l’Antelope, la Cristina: poi i legni della marina mercantile dell’isola, principiando dalle paranzelle,terminando ai minuti gozzi da pesca.(Anno 1863). E pure chi lo avrebbe allora presagito a Ferdinando II, che dopo nove anni in quellostesso porto; in quella stessa stagione, una Piro-Corvetta parata a festa vi sarebbe stata ancorata: issandoaltra bandiera che la sua: al servizio di altro principe reale, non appartenente alla sua famiglia? Equesto legno tramutato in un incantato giardino; in una sala da ballo, in un tempio sacro alla Libertà edall’Allegrezza, in cui l’affusto del cannone, il fucile militare, si sarebbero mutati in veroni di rose e dicamelie, in steli di giacinti e tulipani, in piante di mirti, in tronco di quercia, i cui rami sbuccerebberodal grilletto, dalla canna, dal teniere, dalla bocca, di quelle arme micidiali, tramutate in arnesi di festa,in apparati di gioia?145

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