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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Caio Mario nato in Arpino da miseri genitori, per ingegno era salito a regger le prime dignità dellarepubblica. Nell’aver domato i Cimbri, trascinando dietro il suo carro il re Giucurta, ottenne in Romatutta la pompa del trionfo.Ma più avido di onore s’inimicò il geloso Silla e questi per abbattere l’emulo temuto, il degradò dalcomando nelle armi contro Mitridate, precipitandolo nella più obbietta fortuna non solo; ma con solennedecreto di Roma, procurò che fusse dichiarato proscritto.Mario decaduto e fremente visto gigante il partito di Silla, per sottrarsi alla proscrizione assoluta,cangiando vesti, ramingo, abbandonato, menando fra sospetti eterni giorni ed orride notti, si ricoverònel fango della palude Minturna, avido non di vita; ma d’implacabile, di spietata vendetta, unica suavoluttà tra i martiri di si agonizzante esistenza.E pure nel deserto e putrido stagno fu scoverto; denunziato al magistrato, e tratto a lui d’innanzi bruttatodi fango e nudo, fu messo in caverna più che carcere.I pavidi magistrati di Minturna, subitamente sentenziarono la sua morte, ed i delatori ne promulgaronoimmantinenti l’esecuzione; ma il terrore che infondeva il nome di Mario, più ancora l’imperturbabilesuo carattere, il presagio che potrebbe decampare, e divenire un giorno terribile pe’ suoi carnefici,arrestarono molti a compiere l’odioso ufficio di ucciderlo.Quando un cimbro che vedea ancora sui suoi polsi le impronte dei ceppi abborriti per forza di Mario,fiammeggiante di sdegno, sospirò l’incarico, ed ottenutolo, si precipitò nel tetro carcere armato di brando.Appena entrato, alla vista imponente del prigioniero, si arrestò smarrito, poiché gli occhi di Mariosfavillavano come guizzi di lampo, da far atterrire il più risoluto nemico.Dopo cupo silenzio tuonante una voce rimbombò nell’antro - “Oserai tu di uccidere Cajo Mario?”- Colpito il carnefice dalla voce minacciosa di Mario, gettò il ferro e fuggì.L’alto terrore si propagò, subentrò lo spavento, la compassione: si risolvette a salvarlo, e provvedutodi vesti, su di una nave di un Belga si affidò alla sorte, e venne ad approdare a quest’isola conosciutaallora sotto il nome di Enaria (69).Sotto il promontorio di Monte-Vico verso l’orientale facciata una grotta si sprofonda nel mare: sulcolle le stanno a cavaliere gli avanzi della vecchia torre; ed anche la grotta oggi è semicrollata; in modoche i gozzi da pesca temono di più ricoverarvisi in tempo di piova.In quella Mario si ricoverò con la sua nave, per sfuggire altre persecuzioni o scovrimenti per parte68) Vedi Note 64-65 e 66 – Alla Parte I I<strong>storia</strong> Fisica.69) «E Mario proseguendo la infausta peregrinazione, bersaglio di naufragi e di sventure, irremovibile nella vendetta,appariva più iracondo delle procelle, e dei flutti, che gli strepitavano intorno».22

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