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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Troppo interessante era sembrata a Ferdinando la descritta vittoria navale, per cui ne volle solennizzarel’avvenimento con grandi feste, che in Napoli durarono per molti giorni.A Napoli dunque, da quella corte spagnuola si festeggiava con pranzi, con conviti, con suoni ed allegrezze,tra il fasto e l’abbondanza, la vittoria navale riportata sopra i Toriglia.- E i poveri abitanti dell’isola d’Ischia?- Affamati, perché cinti d’assedio non potevano provvedersi di frumento - spogliati, perché i mercenariribelli loro avevan tolto quanto possedevano, pel bisogno estremo in cui si trovavano - perduto il ricoltoper le guerre patite - devastati i loro poderi dalla truppa regolare, e dai gregari - languenti, sfiniti, trascinandouna vita precaria, esposti al ludibrio dei vincitori e de’ vinti, morivano di stento, desiderandoi frusti di quei conviti, gli avvanzi di quelle tavole imbandite, ed anche meno! un tozzo di pane peralimentare i scarni e tremanti loro pargoletti!.........Il Toriglia avendo udito ch’era stata disfatta la sua armata: fatti prigionieri il fratello ed il figlio suo,perdette ogni speranza.Pensò a maneggiarsi con Simeno Durea, onde ottenere conciliazione con Ferdinando, piegandosi aidesideri del Durea, che glie ne avea fatto le più calde istanze, ma sempre infruttuosamente fino a quelpunto; deliberò ad arrendersi.Ma non era più tempo di proporre al re le stesse condizioni che Durea avea sottoposte a Toriglia,quando non era giunto a sì triste condizione. Allora il legato di Sicilia avea offerto a costui cinquemiladucati, in nome di Ferdinando, se avesse abbandonato l’isola, ostinato li rifiutò; mutata la scena il ribelleCatalano questa somma non potette più pretendere, e si dovette contentare di nuovi patti di resa,che da Simeno furono trattati e convenuti col re, qual mediatore, e garante del Toriglia.<strong>La</strong> capitolazione contenea i seguenti patti.1. Giovanpietro Toriglia dovea dare la Terra e l’Isola in mano a Ferdinando.2. Egli con la moglie e i figli e tutto l’aver suo potesse trasportarsi, e libero andarsene, con due galeedel re, in Sicilia.3. Che suo fratello Carlo, e suo figlio, fatti prigionieri nella fuga navale, sarebbero liberati.5. Che lo stesso Simeno Durea fusse in questa convenzione ostaggio e sicurtade.dicti Joannis nostras ab obsidione pellere niterentur virtute et prudentia, ac dicti mag. dicti Garzerandi nostramtriremium prefecti factum est ut non modo locum non mutare vel obsidionem relinquere coactus sit sed ex dictisdecem hostium triremibus sua virtute septem ceperit inter quas fuit dictus Carolus quo factum est, ut paucis postdictus castellum ovi et Insula que duo tamen oppida a nostra fidelitate aliena perstabant nobis deditionem facereecc.69

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