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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Cominciò l’attacco, il fuoco era nutrito d’ambo le parti; i proiettili spiccati dagl’anglo-siculi cadevanocome grandine sulla spiaggia, sulle colline, e su i massi vulcanici di quel lungo litorale.<strong>La</strong> truppa scaglionata sulle colline de’ Maronti, riparata da parapetti formati dalle macerie che chiudevanoquei vigneti accollinati, stava pronta all’azione in caso di sbarco.Da ambo le parti si spiegava pari ardore, quantunque le forze di terra non potessero stare a confrontocon quelle di mare; né i pochi mal armati lancioni, un piccol forte, ed una fragile torre, avessero potutoresistere all’incessante e ben nutrito fuoco della flotta nemica.Con tutto ciò per quasi una metà di quel giorno tennero da terra testa al nemico: la torre di S. Angelotirò i suoi ben aggiustati colpi, finché non andò in rovine, per aver preso fuoco la sua piccola riserba dipolvere: i lancioni quantunque danneggiati, pure, quelli che stavano ancora a galla, non rallentavano iloro fuochi: il forte coi suoi mortai tirava granate, e bombe il meglio che poteva, una di queste cadevanella Capitana, mentre il Comandante della flotta, coi suoi uffiziali stava nella camera del consiglio; ilproiettile non fece alcuna esplusione; ma persuase quegli uffiziali che il giuoco era pericoloso, per cuila flotta salpò, e proseguì la sua rotta (272).Questi ed altri fatti decisero Murat a snidare gl’inglesi da Capri.Nella notte del 3 ottobre 1808 moveva la spedizione francese dal porto di Napoli, ed altra minore daSalerno. Nel mezzo del giorno 4 l’isola era investita in tre punti, e dopo accanito combattimento veniapresa d’assalto dalle truppe franco-napoletane, capitanate dal tenente generale <strong>La</strong>marque.Gl’inglesi l’evacuavano di fretta, ed il colonnello Houdson-Lowe abbandonava Capri, per aspettar S.Elena ed ivi far da carceriere a Napoleone.Agli 11 Giugno 1809 una spedizione anglo-sicula forte di sessanta legni di ogni grandezza, e di ducentoseidi trasporto, si partiva da Palermo e Melazzo, indirizzandosi a questa parte, sotto gli ordini delgenerale inglese Stewart.Le altre flotte sicule-inglesi correvano tuttavia intorno le coste dei tre mari-Adriatico, Jonio e Tirreno,minacciando i luoghi forti, assalendo i deboli.Alla notizia avutane con dispaccio diretto dall’ultima Calabria, Murat non si smarrì.(Anno 1809). Alfine la gran flotta nella notte del 21 a 22 Giugno giungeva avanti l’isola d’Ischia, e sischierava con marcata jattanza, ingombrando l’intero golfo, collo straordinario numero di legni. Cosìrimase per due giorni - Nel giorno 24 assalì le due isole. Procida alle prime minacce si arrese. Ischiatentò far resistenza - <strong>La</strong> batteria alla marina di <strong>La</strong>cco, piazzata sotto il promontorio di Vico, comandata272) Questa circostanza di fatto è stata attinta per tradizione da uomini riputatissimi, ed appresa da un marinaio alservizio della flotta anglo-sicula, imbarcato su quei legni, nativo del Comune di Testaccio nell’isola d’Ischia.135

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