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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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sua infanzia sedeva trastullandosi coi suoi coetanei; in modo che fra la morte e la patria, fra la vita el’emigrazione sceglie, potendolo, la patria e la morte non la vita senza la patria, e non la vita lontano daquella terra che lo vide nascere, gli arrise nei sogni della fanciullezza, raccolse gl’infocati sospiri dellagioventù, i segreti della virilità, i suoi affetti, i suoi dolori, e dovea accogliere le sue ossa.Coi raminghi vennero altre famiglie da Terra di <strong>La</strong>voro, e l’isola fu ripopolata (114).------------Se finora non abbiamo raccontate che sventure ed afflizioni; in questo punto la scena si muta, perchéfra tanta tristizia di uomini e di tempi, spuntava un uomo onesto che rimarginava le piaghe di quest’isola.Questo benemerito cittadino si fu Cesare di Sterlich; essendo stato questi ambasciatore di Carlo IIpresso la corte pontificia, disimpegnò, con energia e soddisfazione del suo padrone, onorevolmente lasu ambasciata: in ricompensa ottenne da costui il governo dell’isola d’Ischia.Lo Sterlich prese possesso della nuova carica, si studiò a far dimenticare a questo popolo le passatesventure, e con una amministrazione paterna, con un procedere umano ed eguo, promovendo l’industriae l’agricoltura, si seppe cattivare la stima e l’amore degl’Ischioti.(Anno 1309). Dopo 25 anni di regno morto Carlo II nel 1309 gli succedea il terzo nato Roberto, cui la<strong>storia</strong> ha onorato per la dottrina, e per la protezione ai letterati, virtù rare in quei tempi.Roberto, appena prese le redini del governo, decise un giorno di venire a far visita al vecchio governatored’Ischia, ch’era presso a compiere il centesimo anno di sua vita.Era un bel giorno di Primavera: il mare placido, ed appena increspato dalla brezza del mattino, lambivamollemente la base dello scoglio di Vivara, e le spiagge di Procida: un zeffiretto sottile come ilsorriso di una fidanzata aleggiava sulla fiorita ajuola, e su i seminati campi: il sole limpido si affacciavadalle spalle de’ monti di Somma: gli uccelli in dolce melodia, saltellando fra i rami del fico, e su i campanilidel Castello, salutavano quel bel giorno della stagione de’ fiori.Intanto fra le bocche di Procida appariva una flottiglia, composta da dieciotto reali legni. Uno, fratutti il più maestoso, era sormontato dallo stendardo reale, fregiato dello stemma de’ Fiordalisi di casad’Angiò.A tale imponente apparato di legni, che uscendo dallo stretto del canale di Procida mettean la prua indirezione di quest’isola, tutti furono attirati dalla curiosità ad accorrere alla riva, sulle colline, sui minareti,e sulle torri del castello a meglio accertarsi se il real corteo era propriamente diretto a quest’isola,ove dava fondo il naviglio, e dalla capitana114) V. Anon. Oltram. quad. dell’Is. d’Ischia – Descrizione Stor. topog. fisic. delle Isola del Reg. di Nap. Cap.II. p. 52.39

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