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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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st’isola, ed alla sua città, che fin d’allora designò di accerchiarla di più saldi ripari, e munirla d’inaccessibilimassi, da render la rocca di Gironda, come allora ancora chiamavasi, sicuro ricovero in ognisinistro evento (130).(Anno 1433). Dopo un lungo ed inutile aspettare, vedendosi Alfonso deluso nelle sue vagheggiatesperanze: fatta una tregua di dieci anni colla regina, se ne tornò schernito in Sicilia nell’anno appresso1333, e lasciò Ischia (131).<strong>La</strong> duchessa di Sessa, donna scaltra ed intrigante, non tralasciava mezzi per governar dispoticamentela regina. Questa favorita impedì che il duca d’Angiò fusse richiamato in Napoli. Alla nuova dellamorte di questo principe (132), Giovanna infermavasi per crepacuore. Istituiva per suo successore allacorona di Napoli Renato d’Angiò, e spirava nell’età di 65 anni, nel 2 febbraio 1435. Ella regnata neavea venti, senza occuparsi un solo istante della felicità del suo popolo.(Anno 1435). Nel medesimo anno 1435 una terribile pestilenza desolò il regno, così Ischia fra le guerre,la miseria, e la peste tirava innanzi la precaria vita, senza che avesse visto più spuntare un giornointeramente sereno.Fra le rivolture e le guerre succedea Renato (133) che men di sette anni tenea le intrigate redini dellamonarchia napoletana, le quali gli venivano strappate da più fortunato rivale nel 1441.Così colla fuga di Renato in Provenza, si estingueva la dinasita degli Angioini, che per lo spazio di177 anni occuparono il trono di questo giardino d’Italia, e diedero esempio di ogni vizio, e di ogni delitto.130) Dall’estratto, dei privilegi dell’Isola d’Ischia, dal Grande Archivio di Napoli – Nel Registro intitolato Esecutoriale34-1533 fra le scritture del collaterale consiglio dal fol. 76 a 84 – si osserva fra i privilegi di quest’Isola,che il III-IX-XVII- e forse ancora altri, gl’Ischioti li godevano fin dal 1431 e 1433 loro impartiti dall’Infante D.Pietro e da Alfonso.131) Muratori Annal. d’Ital. Vol. IX. ann. 1433 pag. 132-133.132) Ludovico d’Angiò in Novembre 1434 assalito da una febbre nel Castello di Cosenza morì.133) «Nel dì 19 Maggio 1438 il re Renato d’Angiò sciolto dalla prigionia in cui tenealo il duca di Borgogna colriscatto di duecentomila doppie di oro con 12 galere ed altri piccoli legni, giunse in Napoli».46

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