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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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<strong>La</strong> sentenza era inappellabile, ed il vincitore di Europa che l’avea profferita, era allora potente.Ferdinando IV pel primo fuggiva a Palermo.Maria Carolina rimaneva, illusa di poter far ritorcere i passi alle legioni francesi dell’armata d’Italiacon i Fradiavoli, i Rodi, i Sciarra; con i lazzaroni che avea armati, per far di Napoli un lago di sangue,ed un mucchio di macerie, colla strage e coll’incendio.Fallace illusione! Le piazze accoglievano i Francesi. Le isole di Procida e d’Ischia erano occupatedalla flotta franca, e nel 13 febbraio 1806, mentre Maria Carolina d’Austria fuggiva su di un legnoinglese dalla sua regia, i buonapartisti entravano in Napoli: indi nel15 Luglio veniva Giuseppe Buonapartead occupare quel soglio prima da Luogotenente e poi da re.Un presidio Francese venne a stanziarsi nella nostra isola: quelle di Capri, Ponza e Ventotene resistevano;mentre la prima era stata ripigliata dagl’inglesi, ed il Colonnello Houdson Lowe la comandava:le due altre erano occupate dal principe Canosa e dai borboniani.Gli uni e gli altri, inglesi e borbonici, non stavano in riposo nelle isole che occupavano, ed infestavanoil golfo, e le spiagge che n’erano bagnate, colle loro incessanti incursioni.Temendo i francesi che costoro avessero tentato qualche riposo nelle isola che occupavano, ed infestavanoil golfo, e le spiagge che n’erano bagnate, colle loro incessanti incursioni.Temendo i francesi che costoro avessero tentato qualche nuovo sbarco in Procida ed Ischia, comeavevano fatto in Capri, eressero delle batterie, costruirono de’ forti, lunghesso il littorale delle due isole.In quella di cui ci occupiamo su i lidi di S. Pietro, Castiglione, Perrone, <strong>La</strong>cco, S. Montano, Monte-Vico, Monte-vergine, Soccorso, Citara, S. Angelo, Maronti, vennero costruite forti e batterie, munitedi cannoni di ferro, e fornite di truppa regolare, di artiglieri littorali: le torri ch’esistevano in alcunipromontori de’ menzionati punti, furono anche armate, e dal dicastero di Guerra e Marina fu spedito unnumero di lancioni a proteggere i fortilizi, ed a difesa delle coste.Navi da guerra in crociera erano state mandate a dar la caccia ai legni corsari, che uscivano da Capri,da Ponza, e Ventotene.Tali provvedimenti non sconcertarono punto gli Anglo-siculi, che colle loro flottiglie infestavano i nostriparaggi; né posero in soggezione i canosiani, i quali esercitavano da vecchi del mestiere la pirateriafin sulle spiagge di Chiaia, ed alla punta di Posilipo.Ben armati ed equipaggiati dalla feccia de’ sanfedisti, con legni leggieri, corseggiando connazionali econterranei, predavano, calavano a fondo, saccheggiavano, investivano, catturavano, tutto quel minutoviolato quanto gli uomini hanno di più sacro; via costei dal regno vada a Londra a crescere il numero degl’intriganti;non più perdono ad una corte senza fede, senza ragione; il più bel paese del mondo non porti oltre il giogode’ più torpidi fra gli uomini» – Cantù Stor. degl’Ital. Vol. V. Cap. 186. pag. 416.133

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