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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Questo re per travagliare i Napoletani, gravò del balzello di un ducato ogni botte di vino che da Ischiaesportavasi alla marina di Napoli.Indignatisi i Napoletani per questa gravezza, che rifluiva a loro danno, fecero baldoria; il governoangioino mandò una flottiglia di nove galee ad investire quest’isola (109).Il presidio addetto alla custodia di essa, era composto di Siciliani, capitanati da Pietro Salvacossa,conte di Bellante (110).Questi si oppose con preveggenza, e mentre la flotta orgogliosa, e come alla conquista di sicura preda,veleggiava verso l’isola per debellarla, il Salvacossa fece mettere in mare delle vecchie galee chestavano tirate in secco, le armò di soldati e di equipaggi, e postosi alla testa della spedizione si portò adincontrare la flotta nemica, per investirla, e non aspettare di essere assalito in casa.Il progetto del Salvacossa riuscì a meraviglia: le sue galee attaccarono le nemiche, e le sbaragliarono:diedero all’arrambaggio e fecero preda cinque galee angioine con gli uomini che vi erano imbarcati; lealtre quattro si posero in fuga.Il Salvacossa ritornava in Ischia trionfante, seguito da ricca preda di naviglio e di uomini fatti prigionieri:fu salutato con festive grida: «Viva il conte Bellante nostro patriota, viva il difensore della suaterra natale!» (111).Ma quest’onore, questa gloria, questa prodezza, questo intrepido e non comune ardimento, costeràcaro al valoroso duce; poiché gli angioini non sapranno dimenticare l’offesa.L’isola d’Ischia visse per anni diecissette emancipata da Napoli, emancipata dalla signoria degli Angioini,e soggetta agli Aragonesi di Sicilia. Oh! Quanto dovranno cotesti isolani lusingarsi, nel vanodesio, nell’inutile speranza, che questi anni di emancipazione fussero tornati altra volta, vedendosi ripristinatisotto l’abborrito giogo Francese! Ma quegli anni non più vennero; l’isola non fu più separatadalla sorte di Napoli durante il dominio Angioino; la cui stella veniva a tramontare su questi lidi, unsecolo e mezzo più tardi.Da un diploma che un secolo dietro conservavasi nella Real Cancelleria dell’ex regno delle due Sicilieappariva che Federico II d’Aragona re dell’isola d’Ischia, da Catania nel mese di Luglio dell’anno 1299diede il governo d’Ischia maggiore e minore e di Procida a Londolfo Galdo - Così rilevammo da unadescrizione storica, topografica, fisica di quest’isola di ignoto autore.109)V. D’Aloysio Cenno sull’isola d’Ischia ediz. 1757.110) Capaccio Antichità di Pozzuoli ed Ischia p. 36.111) D’Aloysio cenno sugli uomini illust. dell’Is. d’Ischia.36

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