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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Il letto di tale lava presenta un’estensione di più di 1500 piedi di circonferenza e circa 200 piedi dialtezza. Esso principia daccosto al suo sbocco alla punta dell’Arbusto, ed alla stufa di S. Lorenzo allaparte N.0. del <strong>La</strong>cco, e si distende fino al monte Marecoco a N. della città di Forio.E pure l’operaio ha saputo con pazienza, quegli animassi di felspato e quei frammenti di pirossenio diuna sì grande altezza penetrare; ed ivi farci allignare l’albero fruttifero, la piantagione profigua, fra cuivedesi primeggiare l’Olivo ed il Carrubio, che incoronano quei massi, facendosi strada, le penetrantiradici, fra quei ciottoloni e scogli durissimi.§. 4.Eruzioni non precisate, o descritteAltre eruzioni vulcaniche avvenivano alle vicinanze di quell’antica del Rotaro, e i diversi crateri fraMonte Taborre e Castiglione lo affermano.Così l’altro, dov’ è oggi il letto del porto, pure fu un cratere di più antica eruzione; ma di queste eruzioni,fissarne il tempo, dettagliarne il corso, descriverne le catastrofi non è dato alla ScienzaSolo si assicura da non pochi eruditi narratori, che un’altra eruzione vulcanica succedea in quest’isolaessendo Consoli Romani Sesto Giulio Cesare, e Giulio Marzio Filippo, verso l’anno di Roma 661 edanni 91 A.G.C. (64) ma non s’indica il sito.Due anni dopo nell’89 A.G.C. e 663 di Roma, una terribile eruzione vulcanica, cacciando fuoco permolti mesi, astrinse tutti quei miseri abitanti a fuggire ed abbandonare questa isola (65).Ai tempi degli imperatori Tito, Autonino e Diocleziano somiglianti catastrofi si riprodussero (66).§ 5.Eruzione vulcanica del CrematoDopo molti secoli di riposo, nel 1301 (67), sebbene d’Aloysio (68) indichi nell’anno appresso, versomurum jam deserere coacti sunt — Strab. geograf. lib.V. p. 248. - Jasolino - Lib. 1. pag. 8.(64) «Orrende convulsioni sconvolsero in varii tempi tutta la superficie dell’isola, coprendola di rovine e distragi. Strabone dell’antichità ci ha trasmesso curiose memorie intorno agli antichi sconvolgimenti vulcanicidell’Isola d’Ischia: gli Eretri, abitatori di essa, furono costretti abbandonarla per la frequenza de’ terremoti:e simil cosa era molto tempo innanzi successa a’ Siracusani, quivi inviati in colonia dal re Cerone».F. C. Marmocchi - Corso di Geograf. Univ. V. 2. p.1, pagina 433.(65) V. Giulio Obsequente - Prodig. libel. cap. 114 - Aenariae terrae hiatu flamma exorta, in coelum emicuit.- Fazzello Storia di Sicilia lib. I, pag. 6.(66) Capaccio Stor. Napoletan. T. 11. pag. 181 - Nicola Carletti Prefaz. sulla Città e Cratere di Napoli.(67) V. Pontano de Bell. Neap. lib. VI - Bartolomeo Maranti Gio. Francesco Lombardi - il Collenuccio - il36

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