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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Surse poi la critica per combattere la favola e dissipar la menzogna (4).Siccome nell’Africa vi erano tre città, le quali - per quanto si raccoglie da Diodoro Siculo - chiamavansiPythecusae, perché infestate da scimmie, i poeti antichi confusero queste con 1’isola Pitecusanel mar Tirreno, e quindi anche 1’etimologia del nome; etimologia che il dotto naturalista Pliniosi fu il primo a rigettare (5) e n’ebbe meritata lode dai contemporanei e dai posteri.Non potea intendersi il nome di Pitecusa - isola di scimie - e stranissime sembrarono tali congetture,avvegnaché si disse, - quantunque fusse stata abitata da fraudolenti, arditi ed insolenti corsari,che colle loro lusinghe, ed inganni tradivano i mal capitati greci - non poteasi dare una tale interpretazionedi nome, dovendo averne uno al certo quest’isola pria che l’avessero occupata quest’insolentifelloni; che simili ai cercopi o cetcopi - che col movimento della coda fanno mille lusinghe edinganni - con inganni e lusinghe tiravano nella rete i forestieri per spogliarli e trucidarli.Noi non possiamo far plauso a questa critica riportata; ma opiniamo che sia un mito la favola dellescimie; mentre è da ritenersi, come verrà sviluppato nella <strong>storia</strong>, che nuovi arrivati, più arditi deglioccupatori, li sottomisero, e poi 1’ignoranza e la superstizione fece il resto ed inventò la favola.Altri scrittori (7) fecero derivare il nome di Pitecusa da pithos, botte o ziro di creta, secondo laradice greca, per essersi realmente praticata nell’isola l’industria de’ vasi di creta. Ed in compruovaPlinio lasciò scritto a tal proposito: Nam non a simiarum multitudine - ut aliqui putant - sed graecisPythaecusae a figlinis dolialiorum (8).Così il P. Camillo Eucherio de Quintiis, appoggiandosi a Plinio ne sviluppò la sentenza dicen-Cercopum exosus, gentisque admissa dolosae,In deforme viros, animal mutavit ut iidemDissimiles homini possent, similesque videri,Membraque contraxit, naresque a fronte remissasContudit, et rugis peraravit anilibus ora,Totaque velatos flaventi corpora villoMisit in has sedes: nec non prius abstulit usumVerborum, et natae dira inperiura linguae;Posse queri tantum rauco stridore reliquit».(4) Verlicchi Lett. I. pag. 401. Critica nell’opera del Dottor d’Aloysio sull’Isola d’Ischia.(5) «… Pithecusae: non a Simiarum multitudine, ut aliqui existimavere, sed a figlinis doliorum». v. Plinio - St.nat. Lib. III. Cap. 6. §. 12 - Diodoro Siculo T. 2. l. 20. n.58.(6) V. Traduzione di Michelangelo Ziccardi annotatore di de Rivaz. - IV. Ediz. 1838 - 1° pag. 141. Descr. delleacque d’Ischia.(7) d’Aloysio op. cit. Dissertaz. prelimin. Lib. I. Cap. 1. fol. 1.(8) Plinio St. Nat. Lib. III. Cap. 6.8

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