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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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PARTE SECONDASTORIA CIVILECAPITOLO PRIMOLe prime ColonieÈ vana lusinga il poter rintracciare, colla guida della <strong>storia</strong>, nell’inestrigabile laberinto delle più remoteantichità, fra il tenebrio dei secoli ed i sogni della mitologia, quali siano stati i primi popoli cheabbiano approdato all’isola d’Ischia (1).Solo col lume dell’umana ragione, fecondato dalla tradizione, ravvivato dai miti, purificato dalla criticae dalle scoverte, potrebbesi, per via di congetture, azzardare un giudizio che non fosse dai postericondannato e deriso (2).Così e non altrimenti regolaronsi accurati, e più o meno valenti scrittori, come il Pontano, il Sanchez,il Mazzocchi, il Martorelli, il Vargas, il de Atellis, l’Anonimo Oltramontano, ed altri, che riferirono1) Dicea Cantù nell’introduzione alla Storia degl’Italiani. «E poiché un popolo tanto più sente la propria dignitàquanto è più lungo il tempo a cui dilata la sua <strong>storia</strong>, diventa un dovere di pietà studiar quella.… de’ primordifino al presente. E quanti già la raccontarono! Eppure senza torne la voglia ad altri, avvegnachè ogni età abbia unlinguaggio suo proprio, ogni autore un proprio modo di scorgere, di connettere di valutare i fatti, pur beato chipuò dire: <strong>La</strong> patria ha inteso il mio!» (Vol. I. Dispensa Ia Cap. I. pag. 9).2) «A dare significazione storica al linguaggio mitologico, a strigare lacontinua confusione del reale coll’immaginario,che si trova nella leggenda, la quale altera il fatto reale, talvolta lo contraddice apertamente, ma talvoltaconserva un fondo di vero, di positivo, o almeno di non falso, faticarono l’erudizione e la fantasia; e non volendoaccettare quel mistero che, come la generazione, così involge tutte le origini; ogni tratto ecco alcuno presentasi atrinciar le quistioni colla facilità propria di chi non le ha studiate, e tacciando chiunque lo precedette; vantasi dinuovi fatti, d’insoliti paradossi, che poi riescono a’ luoghi comuni.Se alcuna cosa attendibile si può raccogliere è che la popolazione all’Italia venne in più riprese, e di genti che unlasso di secoli e diversità di clima e di consuetudine aveano distinte, benchè non ne cancellassero le originariesomiglianze. Riesce adunque arduo il discernerle; e tanto più che la scarsezza de’ monumenti prischi toglie sipossono spiegare e correggere a vicenda; e l’esporre ed appoggiare i raziocini sopra errori necessariamente falsale conseguenze». (Cantù St. degl’Italiani Lib. I Cap. II. p. 18)2

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