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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Carlo VIII con tutte le fatte minacce non sfogò la sua collera; altre più positive lagnanze indirizzòall’armata, dal perché non si era spiegata sufficiente attività, e non si era con maggior numero di legniespugnata Ischia.Da questa lentezza, che supponea mostrata nell’assaltarla, prese in sospetto Ludovico Sforza.Meritato gastigo che debbono sopportare coloro che rinnegano i propri fratelli; l’eterno giogo del sospettoe della sfiducia deve premere i loro curvati omeri finché ne restino schiacciati.Ad eternare tale eroica resistenza Lodovico Ariosto cantò così (184):Vedete Carlo Ottavo che discende.Dall’Alpe, e seco à il fior di tutta Francia;Che passa il Liri, e tutto il regno prendeSenza stringere spada, e bassar lancia;Fuorché lo scoglio che a Tifeo si stendeSulle braccia, sul petto e sulla pancia;Che del buon sangue d’Avalos al contrasto<strong>La</strong> virtù trova d’Inaco del Vasto (185).Dopo otto mesi di occupazione Carlo VIII lasciava Napoli senza aver potuto attuare il suo disegnosulla cittadella e comandante d’Ischia - Partì schernito e deluso; e nella sua ritirata andò incontro amoltissime difficoltà.poi trascende in una contradizione poiché dice primamente: «Ma Carlo per privare gl’inimici di quel ricettacolomolto opportuno a turbare il reame vi mandò l’armata, che finalmente era arrivata nel porto di Napoli; la qualetrovata la terra abbandonata non combatté la rocca, disperandosi per la fortezza sua di poterla ottenere, però deliberòil re far venire altri legni da Provenza e da Genova per pigliare Ischia, assicurare il mare infettato qualchevolta da Ferdinando». Poi soggiunge «Carlo si lagnò del perché non si era con maggior apparato espugnata Ischia,e perciò Ludovico Sforza venne in sospetto del re». Dunque si tentò oppur no di espugnarla? Pare di sì, ma senzariuscirvi.184) L’Orlando Furioso Can. XXXIII.185) Il signor della Rocca che venivaQuesta i<strong>storia</strong> additando a BradamanteMostrato ch’ebbe Ischia disse priaChe a veder altro più vi meni avante?Io vi dirò quel che a me dir soliaIl bisavolo mio quand’io era infanteE quel che similmente mi diceaChe dal suo padre anch’esso udito avea.78

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