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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Se i primi coloni furono i greci, i primi dialetti furono gli attici, sopravvennero i siracusani e furono idorici. Successero i Romani e vi portarono quelli del <strong>La</strong>zio. Cominciò il miscuglio delle diverse lingue,e surse l’Osca, poi detta Tosca, fin a che nel XIII secolo le lingue ed i dialetti si stabilirono e si posaronocon maggior stabilità (31).Ma proseguono le colonie a sbarcare in quest’isola coi sovrani Aragonesi, e vengono gli Spagnuoli, edi Siciliani, e portano nuovi dialetti, e si sviluppano vi è più ove la carovana de’ nuovi venuti si accasa,si spande, si moltiplica, e vi resta segregata, senza ingentilirsi con l’istruzione, o col commercio, e colcontatto di altri popoli.Il punto più segregato ed isolato dell’isola d’Ischia è la terra di Forio, il Villaggio di Panza, e qui ildialetto originario surto da’ popoli misti, qui resta più intatto nella sua originale schiettezza, e sentesi,piciuocco per piccirillo, o fanciullo, chiddo per quello, vigliuolo per catino, quartara per brocca, striddoper strillo napoletano, o grido italiano, quindi voci Siciliane d’infinito numero adornano il rozzolinguaggio di quei rustici abitanti.Molti di questi rurali comuni all’a dorica impiegano l’e attico e dicono cheso, peccheto, porteto ecc.,per caso, peccato, portato ecc. così crèo da cras latino per domani, evo da ego latino per io, pejo perpeggio, ennà per no, assej per assai e mille altre voci latine, voci francesi, voci spagnuole, voci siciliane.Non è solo il dialetto che distingue l’ischiota di una contrada, da quello di un’altra; ma ancora lapronunzia; in modo che la stessa voce si pronunzia dal Panzese, con il dittongo nasale, dal Fontanese,collo stesso dittongo meno accentato, dal <strong>La</strong>cchese, e Casamicciola più aperto, in maniera che lamodulazione della voce varia sempre da un comune, e da una contrada ad un’altra, e t’indica di qualcontrada e di quel comune è colui che parla, quantevolte son noti a chi ascolta i speciali dialetti dellecontrade, che principalmente si distaccano nella pronunzia.In certe contrade ai vecchi dialetti hanno portato una modifica nell’articolazione delle voci, e nelleristucchevoli pronunzie, che al sentirle ti viene il brivido; e la nausea.Quando l’antico dialetto Foriano non era stato adulterato dalla pronunzia, o imbastardito da alterativocaboli, desso era concettoso, e pieno di quei riboboli, e di quelle giudiziose frasi, di cui si servivanoi semplici ed arditi nostri bisavoli nei loro rustici versi; mentre quasi tutti i campagnuoli di quell’epocaerano dotati di una vena poetica ed estemporanea, che chi più e chi meno facea brillare negl’estemporaneidialoghi, nelle satire villareccie, nei scherzi carnevaleschi, de’ quali qualche saggio la tradizioneci ha conservato (32).31) Il Martorelli pretende che allor quando da Augusto l’isola d’Ischia fu ceduta ai Napoletani in cambio di Capri,di nuovo furono introdotti in quest’isola le usanze, ed il linguaggio greco – come dalle iscrizioni trovate da alcuniinglesi. Ma su ciò devesi riscontrare il Ch. Can. Ignarra nell’opera – De palaest. Neapol. Pag. 301 nota 20.36

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