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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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«Quivi la vite, sporgendo i suoi lunghi pampinosi tralci, avvince, ed in cento amorose guise, abbracciail fico, l’olivo, l’aranci, la cui eterna fioritura profuma di soavissimi olezzi l’aere placido e dolce diquesti luoghi incantati» (34).Con quel carattere dolce, gl’ischitani, hanno sempre gareggiato nell’ospitalità e nel rispetto agli estranei,più che ai conterranei; ospitalità e rispetto non sempre opportuno, non sempre ugualmente corrispostoda individui che per la prima volta si vedevano e si sentivano parlare, ed imprudentemente siammettevano alle domestiche familiarità e confidenze, raccogliendone se non altro truffe od ingratitudini.Non bisogna nascondere però un gran difetto che serpeggia in quest’isola, fra le tante virtù che abbellanoi costumi di questa popolazione.Gl’ischitani sono amanti de’ forestieri, come abbiamo detto; ma non tutti nutrono l’uguale amore, estima per quei conterranei che hanno il dritto a meritarle – Il verme della gelosia, della bassa invidia,de’ municipali rancori spesse fiate rode l’animo di questa buona gente, li rende ingrati, ingiusti, e maldicentiverso chi dovrebbero apprezzare, stimare, e tenere in pregio; perché non sono di soverchio coloro,che inalzandosi dal volgo degli uomini, sia per patriottismo, sia per istruzione, sia per filantropia, siaper altro merito, si rendono benemeriti del paese natio.Ma qual paese oggi giorno in Italia va esente di queste pecche?In una popolazione di circa 23mila anime, divisa in classe, in abitudini, ed in comuni diversi, comenon si deve deplorare, la gara di campanile, la rivalità municipale, ed il poco accordo fra tutte le classi,e tutti gli abitanti de’ diversi municipi?Tutta questa popolazione è ricca di gioventù bella e leggiadra; di quella bellezza, e di quella leggiadria,che sa infondere il sangue italo-greco, purché quest’antica purezza di sangue non sia stata alteratada infermi umori, e dalla corruttela de’ vizi.Ma se i naturali di quest’isola rinomatissima, si sono sempre distinti per le fisiche fattezze, viepiù sisono segnalati pel loro ingegno, per la loro sveltezza, pel loro brio, sveltezza, ingegno che si ammirapiù nelle donne, saremmo per dire, che negli uomini, e negli uomini e nelle donne di tutti i ceti, di tuttele classi, di tutte le condizioni, di tutte le svariate contrade dell’isola.E pure di questo prezioso tesoro dello spirito, non tutti se ne seppero approfittare! Molti lo fecero sterilire,fra le pareti domestiche; fra i pettegolezzi di famiglia, e fra l’angusto raggio della natia contrada.Chi seppe coltivare i suoi talenti, mettendoli a profitto, fece sempre distinta figura in dentro e fuorila sua terra natale, sia che si fosse applicato alle scienze; sia alle professioni, od impieghi, sia ad arti,mestieri, od industria qualunque, e tutti si procacciarono fama o fortuna.34) Vol. II parte I.a Lez. 27 pag. 233 e 23452

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