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ariosita et artificiosita dans les madrigaux de giovanni de macque

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Anversa nel 1600, è riconducibile alla particolare sintesi presente in questi libri, alla loro<br />

ariosità, e allo spirito di leggerezza che predomina nei componimenti. Si tratta, infatti, di<br />

elementi particolarmente apprezzati dal pubblico franco fiammingo <strong>de</strong>lla fine <strong>de</strong>l<br />

Cinquecento.<br />

Seconda parte – Il primo libro <strong>de</strong> madrigali a quattro<br />

voci e Il secondo libro <strong>de</strong> madrigali a cinque voci<br />

(1586-1587): il ritorno al madrigale<br />

Dopo avere tracciato un breve ritratto <strong>de</strong>l madrigale partenopeo all’arrivo di Macque a<br />

Napoli, viene esaminato il rapporto <strong>de</strong>l compositore con la famiglia Gesualdo, nella cui<br />

casa furono composti i due libri studiati in questa parte. L’accento è posto sulla figura di<br />

Carlo Gesualdo e sul ruolo che il franco fiammingo rivestì probabilmente nell’educazione<br />

musicale <strong>de</strong>l Principe. L’attenzione si sposta poi sui committenti <strong>de</strong>lle stampe, Scipione<br />

Pignatelli e Cesare d’Avalos. Questo quadro di contestualizzazione, ampiamente basato su<br />

informazioni tratte dalla corrispon<strong>de</strong>nza di Macque, traccia infine le tappe successive <strong>de</strong>lla<br />

stampa <strong>de</strong>lle opere, che fu motivo di un intenso scambio epistolare tra il compositore e il<br />

suo amico romano Camillo Norimberga.<br />

Sono state poi prese in consi<strong>de</strong>razione le scelte po<strong>et</strong>iche. A tale riguardo è stata esaminata<br />

la gradazione di registri po<strong>et</strong>ici <strong>de</strong>i testi musicati, che vanno dalle forme fisse<br />

p<strong>et</strong>rarchesche (son<strong>et</strong>ti, canzoni), alle composizioni po<strong>et</strong>iche affini al repertorio leggero.<br />

Una categoria intermedia, fatta di piccoli madrigali epigrammatici senza pr<strong>et</strong>ese l<strong>et</strong>terarie,<br />

caratteristici <strong>de</strong>i gusti po<strong>et</strong>ici italiani nella fine <strong>de</strong>l Cinquecento, è stata ogg<strong>et</strong>to di una<br />

rif<strong>les</strong>sione più approfondita.<br />

Un approccio parallelo è stato adottato nell’analisi musicale <strong>de</strong>i pezzi. Dopo qualche<br />

consi<strong>de</strong>razione generica relativa alle tecniche contrappuntistiche, alle scelte modali e al<br />

<strong>les</strong>sico ritmico, ten<strong>de</strong>nte per lo più verso una maggiore leggerezza, una semplicità ed una<br />

vivacità tipiche <strong>de</strong>l madrigale ibrido, viene presa in esame la vari<strong>et</strong>à <strong>de</strong>lle soluzioni<br />

impiegate dal compositore nelle sue intonazioni, chiaramente mo<strong>de</strong>llate sul registro<br />

stilistico <strong>de</strong>i testi po<strong>et</strong>ici. Lo studio svolto si propone di evi<strong>de</strong>nziare come il registro<br />

po<strong>et</strong>ico aulico e la scrittura artificiosa siano str<strong>et</strong>tamente collegate, mentre le intonazioni<br />

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